Nei bambini la celiachia è una delle malattie croniche a maggiore frequenza. Infatti un bambino su 100 circa oggi nasce predisposto geneticamente a non tollerare il glutine (celiaco), una proteina contenuta in alcuni ceraeli tra cui l’orzo, il frumento, la segale e l’avena. Questa intolleranza dura per tutta la vita e ha conseguenze sull’intestino, in particolare sulla mucosa che lo riveste la quale non è più in grado di assimilare bene le sostanze nutritive che riceve. A volte la malattia si manifesta poco dopo l’introduzione del glutine nell’alimentazione con un calo di peso, diarrea, poco appetito e pancia gonfia. Anche l’aspetto e l’umore cambiano, diventano apatici, pallidi e svogliati. In altri casi invece la malattia può passare inosservata per parecchio tempo. I sintomi in questo caso sono vari e vanno dai dolori addominali ricorrenti, stipsi, bassa statura, anemia, insonnia e irrequiatezza.
Il sospetto che si tratti di celiachia però viene confermato con una serie di esami specifici.
Per evitare forme precoci e gravi di celiachia viene consigliato di protrarre l’allattamento al seno a lungo e di introdurre gli alimenti contenenti glutine non prima del 6 mese (9-12 mesi se il bambino è figlio o fratello di un soggetto a cui è stata già diagnosticata la malattia). Alcuni pediatri preferiscono iniziare lo svezzamento con riso e mais che sono cereali senza glutine.
Come già detto prima questa intolleranza dura tutta la vita, ma i suoi effetti possono essere annullati se il bambino segue una dieta totalmente priva degli alimenti che contengono glutine. Infatti solo in questo modo si garantisce al bambino una crescita sana e una qualità di vita uguale ai suoi coetanei. In commercio esistono tanti prodotti senza glutine (pasta, biscotti, i sostituti del pane, i dolci, la farina per fare i dolci) per facilitare la preparazione dei pasti. Tutti questi prodotti riportano sulla confezione un simbolo che garantisce a chi li compra la totale assenza del glutine.