Per tutte le donne partorire non è certo una passeggiata… Lo sanno bene le mamme che ci sono già passate… Ma adesso in loro aiuto oltre alla già nota epidurale è arrivato l’oppio. E’ stato sperimentato a Firenze all’Ospedale Careggi, il remifentanil, un oppioide solitamente usato come anestetico (solitamente usato per addormentare a chi si sottopone ad un intervento chirurgico) che adesso può essere utilizzato anche in sala parto (viene somministrato in endovena per partorire senza dolore). Tutto questo è sicuramente un sistema innovativo per l’Italia, ma già ampiamente studiato, fin dagli anni ‘90, nel Regno Unito.
Questa sperimentazione è stata condotta dal Reparto di anestesia del Dipartimento materno-infantile dell’ospedale fiorentino, guidato dalla dottoressa Anna Maria Melani. Sono oltre mille le pazienti che sono state trattate dal 2006, anno di debutto della sperimentazione. In Italia la paziente zero, è stata la stessa figlia della dottoressa Melani, che nel 2005 ha deciso di rinunciare all’epidurale e di testare questo farmaco di ultima generazione. La sperimentazione è partita ovviamente dopo che il comitato etico dell’ospedale ha dato il consenso.
Il dosaggio somministrato non è standard; infatti per ogni paziente la quantità dell’oppiode somministrata è stabilita su misura e dipende dai recettori oppioidi endogeni.
Notevoli sono i vantaggi che ne derivano dal suo uso: in primo luogo, alla mamma viene somministrato, come abbiamo già detto, per endovena, con dosaggi tale che le permettono di assistere da sveglia alla nascita del proprio bambino, in secondo luogo, vengono meno i rischi connessi all’epidurale, e infine questa sostanza viene smaltita molto velocemente dall’organismo.
Queste le parole della dottoressa Melani:”È un farmaco che non si accumula e non ha effetti collaterali né per la mamma né per il bambino, perché viene metabolizzato da enzimi sempre presenti nell’organismo, anche in quello del bebè”.