Qualche giorno fa è successo che una bambina di tre anni mentre stava guardando al cinema il film Alice in Wonderland di Tim Burton mentre indossava gli occhiali 3D si è sentita male, riportando una forte infiammazione all’occhio sinistro.
Il Codacons da parte sua però, aveva già riscontrato problemi in molte sale e aveva già denunciato il problema: «Gli occhiali non hanno marcatura Ce (a garanzia di qualità), sono di materiali di ignota provenienza, non vengono sterilizzati dopo l’uso e cambiano almeno tre spettatori al giorno».
Proprio per questo è intervenuto il Consiglio Superiore di Sanità che a tal proposito ha detto che gli occhiali 3D al cinema non sono indicati per i bambini più piccoli. Lo ha chiarito il Consiglio Superiore di Sanità, che in un parere formulato il 2 marzo ha proposto il divieto per i bambini sotto i 6 anni, oltre a stabilire un intervallo più lungo tra primo e secondo tempo e a chiedere il divieto anche per gli occhiali non monouso.
Alla luce del parere del Css, già dai prossimi giorni ha spiegato il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – “non sarà possibile la visione di film in 3D in quei cinema che non utilizzano occhiali monouso. Non solo. Anche i cartoni animati e i film per bambini subiranno serie ripercussioni, essendo assolutamente controindicata la visione con tali occhiali ad un pubblico di età inferiore ai 6 anni. Pur avendo il Consiglio Superiore di Sanità accolto parte delle nostre richieste, non possiamo dirci soddisfatti – prosegue Rienzi – Gli occhiali in 3D, infatti, a differenza di quanto sostiene il Consiglio devono considerarsi a tutti gli effetti occhiali, e come tali essere muniti di marchio CE come prevede la legge. A tal fine incaricheremo le Procure della Repubblica di tutta Italia di intervenire a tutela della salute degli spettatori.”
fonte: www.lastampa.it