Un bambino prodigio (o, se preferite alla francese, enfant prodige) è un bambino che ad un’età precoce, di solito prima dei 10 anni, possiede una profonda conoscenza in uno o più settori della scienza o dell’arte (scienza, arti visive, musica…). Ma come riconoscerlo? Quando un bambino è “prodigioso”? Un criterio generalmente accettato per identificare i bambini prodigio è il seguente: un prodigio è un bambino che ha di regola un’età non superiore ai 13 anni, ed ottiene risultati del livello di un adulto molto preparato in un campo che richiede un impegno assai significativo.
I PRODIGI MATEMATICI: CERVELLI SPECIALI?
Scansioni PET eseguite su parecchi prodigi matematici hanno indotto a considerare il fenomeno in termini di memoria a lungo termine (MLT). Questa memoria, specifica di un campo di competenze, è capace di conservare informazioni per periodi prolungati, di solito ore. Ad esempio, si è constatato che esperti camerieri riescano a rammentare le ordinazioni di una ventina di avventori mentre li servono, ma le loro prestazioni non superano quelle ordinarie in un test di riconoscimento di numeri-sequenze. Le scansioni PET spiegano anche quali specifiche aree cerebrali siano associate con prodigiose manipolazioni numeriche. Un soggetto che non era mai eccelso da piccolo in matematica aveva però imparato da sé algoritmi e “trucchi” per il calcolo veloce, divenendo capace di computi mentali assai complessi. Il suo cervello, comparato con altri sei, fu studiato con la scansione PET, rivelando che egli usava aree specifiche del suo cervello per risolvere i problemi complessi. Alcune aree che egli — come presumibilmente tutti i prodigi — usa sono settori cerebrali connessi alla memoria visuale e spaziale, ed anche all’elaborazione di immagini mentali. Altre aree che secondo l’esperimento venivano sfruttate dal soggetto comprendevano un settore del cervello di solito collegato al “conto con le dita” praticato dai bambini, probabilmente usato nella sua mente per collegare i numeri alla corteccia visiva.
TALENTO INNATO O CONDIZIONAMENTO AMBIENTALE?
Molti ricercatori riconoscono che il talento prodigioso tende a librarsi come conseguenza di un innato talento del bambino, dell’ambiente in cui vive l’individuo, dell’investimento energetico ed emotivo che tenta di fare il bambino, e delle caratteristiche personali dell’individuo. Questa definizione apparentemente generica è necessaria per escludere una visione semplicistica. Anche l’ambiente gioca un ruolo estremamente importante, molte volte in modo ovvio. Sono state sviluppate — ed in qualche misura anche “sperimentate” — teorie che fondano esclusivamente sull’ambiente la spiegazione delle prestazioni dei prodigi. Ad esempio, László Polgár decise di far crescere i propri figli in modo che divenissero validi giocatori di scacchi, e tutte e tre le sue figlie sono effettivamente arrivate ad essere giocatrici di levatura mondiale (due sono anche grandi maestri), enfatizzando il potere che ha l’ambiente nel determinare l’area verso la quale dirigere l’energia di un bambino, e dimostrando che si può sviluppare un enorme grado di abilità con un addestramento conveniente.
Se siete curiosi di saperne di più, vi sveleremo man mano chi sono i bambini prodigio più famosi…
gennaro stammati 27 Aprile 2012 il 18:15
non sono riuscito ha trovare il libro di questa metodologia del professore Polgar.