La febbre del bambino è un’esperienza che, prima o poi, tutti i genitori fanno. Nonostante sia un fatto comune, quando la febbre aumenta di solito ci si spaventa moltissimo: la colonnina di mercurio che sale velocemente ci fa pensare a pericolose malattie, oltre alle difficoltà pratiche di dover assistere il bambino malato, dover assentarsi dal lavoro.
LE CONVULSIONI FEBBRILI
Diciamo subito che le convulsioni febbrili, quando il bambino perde coscienza, si irrigidisce e rivolge gli occhi verso l’alto, riguardano una piccola percentuale di bambini. E quasi sempre si tratta di una predisposizione ereditaria.
La cosa fondamentale da sapere sulle convulsioni da febbre è che non provocano assolutamente danni al cervello o all’organismo del bambino e che durano, al massimo, cinque minuti. Durante l’attacco l’unica cosa da fare è aiutare il bambino a non farsi male: toglietegli qualsiasi cosa abbia in bocca, mantenete la calma e chiamate il pediatra.
L’INTERVENTO DL PEDIATRA
Tutti gli episodi febbrili richiedono l’intervento del pediatra che, se è il caso, consiglierà l’antifebbrile più appropriato a seconda dell’età e della gravità.
COSA FARE NEL FRATTEMPO
Un rialzo termico, soprattutto oltre i 38 gradi, consuma le riserve idriche dell’organismo. E’ importante reintegrarle, stimolando il bambino a bere. Si può dare acqua, succhi di frutta dietetici o spremute di agrumi nel biberon. Anche se il bambino sa già bere dalla tazza, quando non si sente bene desidera ritornare al biberon. Un calo d’appetito è normale. Non sforzate il bambino a mangiare controvoglia, ma proponetegli una tisana di erbe (tiglio, timo o camomilla) con qualche biscotto dietetico, un vasetto di frutta omogeneizzata o una mela grattuggiata. E’ importante non far restare il bambino completamente a digiuno: quando la febbre va via, potrebbe, infatti, venirgli l’acetone.