Prendiamo ancora una volta il pediatra Dott. Leo Venturelli (da mammaepapa.it) come riferimento per un problema sempre più comune: sempre più coppie miste o interculturali si sposano e hanno bambini. Spesso i genitori parlano lingue diverse e si trovano addirittura in un paese che è estraneo a entrambi. Il bambino ha così a disposizione due o addirittura tre lingue da imparare per comunicare e la paura che l’opportunità si trasformi in confusione per il piccolo spesso fa rinunciare ai genitori di insegnare la loro lingua madre ai propri figli.
Ecco che cosa dice l’esperto: “In un mondo che tende alla globalizzazione e in cui le possibilità di incontro tra persone di diverse etnie o di altre nazioni è facilitato dagli scambi economici e dai trasporti, ormai è facile incontrarsi e formare coppie di genitori di due lingue diverse. Il dubbio che spesso si pongono queste famiglie è in che lingua parlare al bambino e se il fatto di utilizzare due linguaggi diversi porta a qualche conseguenza negativa inerente l’apprendimento linguistico o psicologico. Si deve dire subito che il bambino in crescita, dal punto di vista del cervello, è come una spugna che assorbe tutto quello che gli viene proposto“.
UNA SECONDA LINGUA FA SOLO BENE
Non fa quindi distinzioni tra una lingua e l’altra dei genitori, né può capire se deve impararne una sola. Gli esperti del linguaggio sono comunque d’accordo nel ritenere un bene che il bambino acquisisca una seconda lingua già dai primi anni: specie dai due ai tre anni il bambino ha un’età più che giusta per imparare correttamente due lingue. Ma anche il bambino più piccolo, già dai primi mesi può sentire e conseguentemente imparare due linguaggi differenti da mamma e papà e potrà memorizzare alcune parole in italiano e altre in una diversa lingua.
CONSIGLI
Qualche consiglio:
* potete fin dal primo anno parlare al bambino in due lingue diverse: è importante però che il papà si rivolga al bambino sempre nella sua lingua e altrettanto faccia la mamma con l’altro linguaggio, in modo da non confondere il bambino che potrebbe poi imparare delle frasi miste. I bambini che già da piccoli apprendono due lingue in genere acquisiscono più lentamente le capacità linguistiche di entrambi gli idiomi, ma poi dopo i primi due anni, due anni e mezzo di vita recuperano e hanno un linguaggio simile agli altri bambini;
* potete insegnare la seconda lingua al bambino dai 2-3 anni di età in poi: in questo caso vostro figlio ha già potuto codificare le parole in un unico idioma, ma ha una età in cui gli esperti ritengono che il cervello sia molto recettivo a tutti gli stimoli e quindi all’apprendimento della seconda lingua: a questa età potrebbe essere la scuola materna a far apprendere il secondo linguaggio in modo costante e con le opportune regole, oppure potrebbero essere i nonni a insegnare la seconda lingua al bambino se quest’ultimo passa presso di loro parecchie ore al giorno;
* la persona che insegna al bambino la seconda lingua deve parlare in modo comprensivo adatto all’età: se una persona in casa, come una tata o una baby-sitter, parla una seconda lingua, fate sì che parli in modo scorrevole e semplice, usando il linguaggio in modo continuativo tutte le volte che si rivolge al bambino o gioca con lui;
* dai 3-4 anni in poi cominciate a far capire al bambino che le cose possono essere dette in due idiomi diversi: con la frequenza in collettività è importante che valorizziate la lingua che vostro figlio dovrà utilizzare in modo dominante nella nazione in cui vive, specie quando l’apprendimento diventa scritto e letto e non solo parlato;
* mantenete sempre comunque dei momenti in cui la lingua meno parlata viene utilizzata: aiutatevi, a seconda dell’età del bambino con libri, dischi, videocassette; il bambino dovrebbe procedere parallelamente all’apprendimento della seconda lingua anche con il supporto di regole grammaticali e sintattiche e per questo sono necessari tempi e spazi appositamente dedicati, con l’aiuto di uno dei genitori o di una persona apposita o di un corso scolastico.