Narra una leggenda africana che, all’origine del mondo, l’elefante aveva la statura degli altri animali, nonostante ciò era il più prepotente, voleva comandare su tutti ed essere servito e riverito come un re.
Gli abitanti della savana, stanchi delle sue prepotenze, si riunirono di nascosto in assemblea e dissero:
– Non vogliamo più sopportare le angherie dell’elefante, tutti noi viviamo nel terrore, ogni protesta e ogni ragionamento non sono serviti a niente. E’ ora che facciamo qualcosa per fargli capire le nostre ragioni.
Discussero a lungo fino a che, di comune accordo, decisero di dargli una sonora lezione.
Invitarono il prepotente in un’ampia radura dove gli avevano apprestato un ricco banchetto per abbonirlo e per tenerlo occupato.
L’elefante aveva accettato ben volentieri, tutto contento di essere così ossequiato; mentre era assorto a gustare il pranzo, gli animali lo circondarono e cominciarono a dargli tante botte con le zampe e con le corna sino a gonfiarlo tutto, da capo a piedi!
Il malcapitato, alquanto malconcio, andò a tuffarsi nel vicino fiume per dare refrigerio alle tante ferite che aveva sul corpo.
Gli ci vollero parecchi giorni per guarire e, quando i dolori furono passati e le piaghe rimarginate, l’elefante, specchiandosi nell’acqua del fiume, vide che il suo corpo era rimasto tutto gonfio, enorme, pesante! Soltanto le orecchie erano rimaste come prima e certamente non facevano bella figura in quel suo grande testone!
Era diventato il più grande animale della savana, ma il suo potere era finito!
Ora non avrebbe più potuto comandare nemmeno sugli animali più piccoli perché la sua grande mole avrebbe ricordato a tutti la lezione avuta nella radura.
E fu così che l’elefante, da quel giorno, prese a camminare con le orecchie abbassate… per la vergogna.