Marijuana primo passo verso la dipendenza da droghe pesanti? Un fenomeno preso in eccessiva considerazione, secondo i sociologi della University of New Hampshire (Usa), che hanno effettuato uno studio ad hoc rilevando l’importanza di altri fattori, in primis l’etnia e la condizione sociale, per l’instaurarsi del problema. A quanto sostiene lo studio, quando i giovani raggiungono i 21 anni l’effetto ‘gateway’ degli spinelli, cioè di ‘cancello d’entrata’ verso altre droghe, scompare completamente. Il principale fattore predittivo dell’abuso di droghe pesante è invece la razza: i bianchi in particolare mostrano le più alte possibilità di cadere nel tunnel della dipendenza, seguiti dagli ispanici e dagli afro-americani.
IL CAMPIONE DELLO STUDIO
Gli esperti spiegano sul ‘Journal of Health and Social Behavior’ di aver ottenuto questi risultati esaminando i dati relativi a 1.286 giovani adulti che avevano frequentato la Miami-Dade School negli anni ’90. Il 26% del campione era afro-americano, il 44% ispanico e il 30% bianco. A emergere è stato innanzitutto il fatto che fra chi non si è diplomato o non ha poi frequentato il college era più alta la percentuale di fumatori di spinelli durante l’adolescenza.
LA DISOCCUPAZIONE
La disoccupazione è risultata poi un elemento che porta i ragazzi a provare altre sostanze stupefacenti, assicurano i sociologi. Viceversa, avere un lavoro sembra ‘proteggere’ i giovani dall’abuso di droga: “criminalizzare la marijuana, dunque, in particolare in età adolescenziale – sottolinea Karen Van Gundy, a capo dell’indagine – è negativo soprattutto se lo ‘stigma’ arriva a interferire con le opportunità di lavoro più avanti con l’età”.