Si chiama ‘Carpediem‘ (Cardio-Renal Pediatric Dialisis Emergency Machine) la prima macchina al mondo per assistere neonati con gravi disfunzioni cardiache e renali, che necessitano di una terapia con rene artificiale per sopravvivere. L’eccezionale strumento è stato realizzato all’Ulss 6 di Vicenza, grazie agli studi diretti dal direttore del dipartimento di nefrologia, dialisi e trapianto dell’ospedale San Bortolo Claudio Ronco, coadiuvato da Sandro Frigiola del dipartimento di cardiochirurgia del Policlinico San Donato di Milano e da Zaccaria Ricci del dipartimento di cardioanestesia e terapia intensiva pediatrica del Bambino Gesù di Roma.
I vantaggi di Carpediem per i neonati
Finora i neonati di peso inferiore ai 3 chili, in caso di insufficienza renale grave (dal 5% al 20% dei casi nelle terapie intensive neonatali) venivano trattati con le macchine per dialisi tarate sugli adulti, con gravi rischi di scompenso o di fallimento della terapia. Il primo modello di ‘Carpediem‘ è stato presentato settimana scorsa al San Bortolo di Vicenza, alla presenza fra gli altri dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto. La macchina, del costo di circa 250 mila euro, è stata realizzata da due ditte italiane, è grande come una macchinetta domestica per il caffè espresso, e ogni suo componente è ‘originale’: studiato e realizzato specificamente per la prima volta al mondo. Permette, spiegano gli esperti, di trattare il neonato con insufficienza renale acuta con procedure perfettamente tarate sulle sue caratteristiche, a cominciare dal peso e dalla quantità di sangue circolante nel piccolo organismo: una dialisi miniaturizzata che, secondo i suoi ideatori, potrà salvare molte piccole vite.
Quando entrerà in funzione Carpediem
Carpediem dovrebbe ottenere la certificazione europea Ce entro la fine dell’anno, mentre entro dicembre 2011 è previsto il primo trial mondiale per l’avvio del suo utilizzo in totale sicurezza. “Questa – sottolinea l’assessore Coletto – è una ‘patologia orfana’, perché i numeri relativamente bassi a cui si fa riferimento non la rendono appetibile per la ricerca delle grandi aziende orientate verso il business. Un fatto che, se possibile, ingrandisce il merito di chi ha lavorato all’ideazione ed alla realizzazione. La sanità veneta – ha aggiunto – mette così a disposizione della comunità scientifica internazionale uno strumento per aiutare i più piccoli in un momento per loro così difficile. Quando si riesce, per di più senza alcun fine di lucro per nessuno, a donare una speranza di vita ad un bambino ed ai suoi genitori, la soddisfazione e l’orgoglio si moltiplicano“.
La raccolta fondi
Coletto ha anche voluto sottolineare la grande gara di solidarietà che ha accompagnato quest’impresa medico-scientifica. Per raccogliere i fondi necessari si sono infatti mobilitati i Carabinieri, la cui banda Nazionale tenne un concerto per la raccolta fondi in aprile a Vicenza, le associazioni di volontariato Amici del rene di Vicenza, Bambini cardiopatici nel mondo, ‘Il sogno di Stefano’, ma anche banche come la Popolare di Vicenza, e mass media, come Il Giornale di Vicenza. Le aziende Bellco di Mirandola e Medica di Medolla “hanno messo a disposizione le loro migliori professionalità“, conclude la nota, per la costruzione di Carpediem.