Per l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, i limiti di assunzione di bisfenolo A (Bpa) non devono essere modificati, per l’Aduc sì. “Anzi per particolari categorie di prodotti, per esempio i biberon, non deve essere presente il Bpa“. A contestare le conclusioni degli esperti europei è l’associazione a tutela dei consumatori, che ricorda come la sostanza nel mirino, protagonista di un parere diffuso ieri dall’Efsa, è il maggiore componente delle plastiche di policarbonato usate nei biberon, ma anche in altri contenitori per alimenti (bottiglie per bibite con il sistema del vuoto a rendere, piatti e tazze, pellicole e rivestimenti protettivi per lattine e tini, eccetera).
Gli effetti del Bisfenolo A
“Il Bpa può migrare nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono; inoltre può causare l’endometriosi nelle donne con effetti sulla capacità riproduttiva, una modificazione dello sviluppo fetale e danni ai neonati perché altera l’attività del sistema endocrino“. Ma “i biberon al Bpa non si usano negli Stati Uniti, dove la Fda ne ha elencato i rischi di assunzione chiedendone una diminuzione dell’esposizione, tesi confermata da uno studio dell’Università del Missouri (Usa) che ritiene eccessiva l’assunzione di Bpa, e sono proibiti in Canada, Danimarca e Francia. In Italia si vendono biberon senza Bpa e ciò è ben evidenziato nelle confezioni. Dunque – conclude l’Aduc – perché rischiare quando si può fare a meno del Bpa nei biberon?“.
Biberon al bisfenolo, è battaglia sui limiti di legge
di 4 Ottobre 2010Commenta