“Non sono stata io a ucciderlo e lo ripeto e mi porto dietro un trauma come madre a cui devo reagire per andare avanti“. Sono queste le parole di Annamaria Franzoni, riferendosi al figlio Samuele, in alcune dichiarazioni spontanee al termine dell’udienza del processo Cogne bis, in cui e’ imputata per calunnia nei confronti dell’ex vicino di casa, Ulisse Guichardaz, da lei accusato nel 2004 per l’omicidio del piccolo Samuele. “E’ un contesto – ha aggiunto – che non ti da’ tregua. Non mi sono mai sentita riconosciuta come una madre che ha avuto un grave dolore, e questo fa male“.
La difesa della Franzoni
“Non sa quante volte mi sono fatta l’esame di coscienza e mi sono detta ‘forse sono stata io e non me lo ricordo‘” ha detto la Franzoni. “Mille volte ripercorrevo col pensiero quel giorno, chiedendomi se potevo avere un buco nella memoria ma questo non e’ mai venuto fuori“.
La Franzoni ha poi contestato i periti che in aula hanno ricostruito i risultati dei test cui fu sottoposta allora, per capire se fosse soggetta a qualche disturbo psichiatrico. In una intervista con la trasmissione Studio Aperto, una quarantina di giorni dopo i fatti, ha ricordato, pronuncio’ la frase “ho pianto troppo”, frase che fu poi spesso citata in seguito.
“La dissi al termine dell’intervista – ha spiegato – credendo che le telecamere fossero gia’ spente, pensando che per il pianto non si capisse bene nella registrazione quello che avevo detto. Anche lo stesso giornalista lo ha poi spiegato in una trasmissione successiva“. Invece quella frase viene usata ancora oggi fuori contesto per ipotizzare un suo possibile stato di alterazione di coscienza, ha sottolineato, rivolgendosi ai periti. Gli avvocati hanno ottenuto che la registrazione di quella trasmissione televisiva sia acquisita agli atti.
La ricostruzione della mattina
“Non ho mai sofferto di ansia, mai avuto problemi di cui si potessero accorgere mio marito o i colleghi, non capisco perche’ si continui a parlare di attacchi d’ansia” si è sfogata Annamaria Franzoni. “Quella mattina – ha aggiunto, riferendosi al giorno del delitto – ho avuto solo una forte congestione. Ansia e depressione e tutto quello che volete metterci l’ho conosciuto dopo, con la carcerazione. Non nego – ha proseguito, con la voce rotta a tratti dal pianto – che fossi preoccupata per Samuele, il pediatra diceva che il bimbo era sottopeso. La preoccupazione c’era, il dottore insisteva dicendo che bisognava fare analisi. Questo mi faceva stare male“.
La salute di Samuele
“Si disse che ero maniacale – ha continuato – nel portare mio figlio dal pediatra. Sono state in tutto 26 le visite in tre anni e due mesi, ho fatto portare da mio marito l’agenda sanitaria. Non ho mai parlato di testa grossa, ne’ ho detto di vederlo malato, sono tutte fantasie che sono venute fuori dal processo. Non era un bambino che non mi lasciava dormire di notte, non ho mai fatto una notte in bianco. Non avevo motivo di essere ansiosa o depressa“.
I test psichiatrici
Per Francesco Barale, professore ordinario di psichiatria all’universita’ di Pavia e direttore della relativa clinica universitaria, dalle analisi condotte nel 2004 dai numerosi test psichiatrici effettuati attraverso un certo numero di colloqui diretti, “non e’ emersa nessuna traccia di uno stato alterato che potesse supportare l’ipotesi che la signora potesse andare con facilita’ incontro a stati alterati di coscienza di qualunque natura“.
La conclusione dei periti intervenuti in in aula a Torino è che dagli esami psichiatrici effettuati nel 2004 e nel 2006 su Annamaria Franzoni non emersero elementi tali da far pensare a patologie psichiatriche.
Il mistero continua…
Il racconto della Franzoni in cui lei negava di aver ucciso il bimbo, hanno spiegato gli esperti, era coerente e sembrava genuino e non emergevano elementi che lasciassero pensare al fatto che lei avesse un ricordo falsato da una patologia psichiatica. Poiche’ pero’ e’ impossibile dirlo con assoluta certezza, e’ difficile esprimersi, hanno precisato, sul fatto che mentisse o meno.
La prossima udienza e’ fissata per il 20 ottobre.