C’era una volta un re che possedeva un giardino con moltissimi alberi. Erano tutti belli, ma il piu’ pregiato era quello dalle arance d’oro. Il re controllava spesso che nessuno rubasse le arance, ma c’era un cardellino che faceva addormentare chiunque facesse la guardia, anche il re in persona. Allora il re fece annunciare che avrebbe dato una ricompensa a chi gli avrebbe portato vivo o morto quel cardellino dispettoso. Un giorno, al castello, si presento’ un contadino, che voleva la mano della principessa in cambio del cardellino. Il re non era d’accordo, ma accetto’ lo stesso. Quando il giovane torno’ col cardellino, il re pero’non mantenne la parola data , perche’ non voleva per genero uno zoticone. Il re comincio’ a fare i dispetti al cardellino, per farsi dire dov’erano nascoste le arance.
“Sono nella grotta delle sette porte, custodite dal mercante col berretto rosso e bisogna sapere il motto, conosciuto solo dal mercante e dal contadino”. Il re, allora, mando’ a chiamare il contadino e gli disse che in cambio del motto gli avrebbe dato in sposa sua figlia, la principessa. Il giovane che non aspettava altro gli rivelo’ la frase: “Secca risecca! Apriti, Cecca”. Il Re ando’ alla grotta e ci trovo’ molti diamanti grossi e bellissimi ed anche le arance d’oro. Ma uscito dalla grotta, dove il contadino lo stava aspettando, di nuovo non mantenne la sua parola. Quando arrivo’ a palazzo al posto delle arance d’oro trovo’ arance marce e i diamanti erano diventati dei gusci di lumaca. Il re allora riprese a far dispetti al cardellino, che gli disse: “Per riavere le arance, devi conoscere un altro motto, e lo sanno due sole persone : il mercante e il contadino”. Il re mando’ a chiamare il giovane contadino e gli propose un altro patto. Il contadino era molto innamorato della principessa e cosi’ accetto’. Il re fece molti viaggi alla grotta e torno’ piu’ volte coi sacchi colmi di arance d’oro, ma nemmeno questa volta mantenne la parola che aveva dato al giovane. Un giorno la principessa disse al re che avrebbe voluto tenere il cardellino nella sua stanza e fu accontentata, ma il cardellino smise di cantare. Spiego’ alla principessa che non cantava perche’ il suo padrone era sempre triste e piangeva pensando a lei. E aggiunse che il contadino era molto piu’ generoso e signore dello stesso Re . La principessa disse “Se e’ vero, va a chiamarlo che lo voglio sposare “. Ma una volta libero, il cardellino non ritorno’ più . Arrivo’ invece un ambasciatore del Re di Francia che la chiedeva in moglie, ma la principessa disse decisa che non voleva sposarsi e non cambio’ idea nemmeno quando il Re di Francia giunse al palazzo . Il re era molto imbarazzato e il pretendente disse “Portate questo regalo alla principessa”. Era una scatolina tutto d’oro e di brillanti, ma la principessa che piangeva sempre lo poso’ sul comodino senza neppure aprirlo. “Cardellino traditore, tu e il tuo padrone” si lamentava. “Non siamo traditori, ne’ io, ne’ il mio padrone”, rispose il cardellino dalla scatolina . Quando il re seppe chi era in realta’ il contadino, diede in dote alla figlia l’albero dalle arance d’oro. Il giorno dopo si celebrarono le nozze e la principessa e il re di Francia vissero felici e contenti.
Le fiabe più belle: le arance d’oro
di 13 Ottobre 2010Commenta