Piu’ alti e piu’ pesanti alla nascita, piu’ longevi anche, ma sempre piu’ spesso sofferenti per malattie croniche con le quali dovranno fare i conti per tutta la vita. Cambiano i bambini, pesati e misurati sui lettini dei pediatri italiani, che hanno registrato le evoluzioni della salute dell’infanzia negli ultimi 120 anni, celebrati quest’anno dalla Societa’ Italiana di Pediatria. Alla fine dell’800 la mortalita’ neonatale ed infantile era elevatissima e il 78% dei neonati con peso inferiore ai 2 kg e mezzo non sopravviveva. Su mille bambini 250 morivano nel 1 anno di vita (il tasso di mortalita’ generale era pari al 25 per mille e l’11 per mille degli adulti), 390-450 entro i primi 5 anni di vita, 400-450 nei primi 15 anni.
L’infanzia di ieri
Un bambino su tre, tra quelli con peso compreso tra 2 kg e mezzo e 3 kg, non diventava adulto. Nel primo ventennio del 900 solo 600 bambini su 1000 arrivavano all’eta’ adulta. Nel 1936, anno in cui si registra la minore mortalita’ da inizio secolo, su 1000 morti 274 erano dei primi 15 anni di eta’, 244 nei primi 5 anni e 164 nel primo anno. Polmonite, gastroenterite, morbillo, difterite, tubercolosi e tifo sono state per molto tempo le principali cause di mortalita’ infantile.
L’infanzia di oggi
Le malattie scompaiono come prima causa di mortalita’, sostituite da traumi e lesioni, prime cause di morte tra 5 a 19 anni e la terza causa nei primi 4 anni. Cause perinatali e anomalie congenite sono invece responsabili del maggior numero di morti dalla nascita fino a 4 anni. Leucemie e tumori, dopo il primo anno di vita, sono la seconda causa di mortalita’ in tutte le fasce di eta’ con una maggiore incidenza tra i 15-19 anni (3,7 su 10 mila), ed i problemi respiratori la quarta causa. La mortalita’ pediatrica per Aids dal 1985 al 2002 e’ diventata prossima allo zero. L’asma che colpisce oggi il 10% della popolazione infantile (negli anni 70 era il 2,3%).
La salute dei neonati
La mortalita’ neonatale alla nascita nel 1973 era di 20 bambini su 1000 nel primo mese dalla nascita, e di 25,8 su mille nel primo anno. Nel 2008 e’ scesa a 3 su 1000 nel primo mese, e 5,6 nel primo anno.
I bambini che nascono oggi alla 40/a settimana hanno un peso medio di 3.425 grammi per i maschi, e 3.279 per le femmine. Nei secondogeniti il peso e’ di 100-200 grammi superiore. Venticinque anni fa il peso medio dei neonati era, invece, di 80-100 grammi inferiore. Sono inoltre diminuiti i bambini con peso molto basso o molto alto alla nascita, segno che c’e’ una maggiore attenzione alla dieta in gravidanza, una migliore gestione del diabete gestazionale e un intervento precoce sui bambini con problemi di sviluppo fetale. Il peso medio alla nascita dei prematuri e’ diminuito, perche’ oggi nascono bambini che prima non avevano speranze di sopravvivere: alla 30/a settimana pesano 1.250 grammi per le femmine, e 1.300 grammi per i maschi. La lunghezza media dei nati a termine, e’ di 49,7 centimetri per le femmine e 50,5 cm per i maschi, con un aumento di 0,5 cm rispetto a 25 anni fa. La circonferenza cranica e’ invece di 34 cm nelle femmine e 34,7 nei maschi.
Alimentazione
Secondo i dati di uno studio comparativo realizzato in Europa, nel nostro Paese piu’ di 1 bambino su 5 e’ obeso (21%) e quasi 1 su 2 e’ in sovrappeso (45,6%), con una percentuale piu’ elevata nei bambini (48,8%) che nelle bambine (42,2%). Inoltre 1 bimbo su 4 non mangia quotidianamente frutta e verdura e il 50% consuma bevande gassate o zuccherate nell’arco di una giornata. Un bambino su 2 ha la tv in camera, solo il 20% dei bimbi pratica sport piu’ di una volta la settimana, il 70% non ha l’abitudine di andare a scuola a piedi e solo 1 su 4 (26,8%) gioca piu’ di 2 ore al giorno all’aria aperta nei giorni feriali.
I giochi all’aria aperta
Le città sono sempre meno a misura di bambino: l’80% non gioca più fuori e scompare il tempo libero. A rilevarlo sono i pediatri, riuniti a Roma in occasione del 66/o congresso nazionale della Società italiana di pediatria (Sip). “La differenza più importante fra l’essere bambino ieri e oggi è la scomparsa del tempo libero – rileva Francesco Tonucci, responsabile del Progetto Internazionale Città dei Bambini del CNR – la possibilità di uscire di casa da soli per incontrarsi con amici, scegliere con loro un gioco e un luogo adeguato, vivere insieme, anche se dentro il confine di regole dettate dalla famiglia, le esperienze dell’avventura e del rischio“.