Contraccezione a rischio per circa 5,7 milioni di italiane con problemi di intolleranze alimentari. Per loro i farmaci orali, come la pillola, hanno un risvolto della medaglia: disturbi intestinali fastidiosi che spesso le spingono a dire addio al blister ed efficacia ridotta a causa dei problemi di assorbimento legati proprio all’intolleranza alimentare, in particolare al glutine e al lattosio. Un dettaglio che le espone al pericolo di gravidanze indesiderate. A lanciare l’allarme Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano e Michelangelo Giampietro, specialista in Scienza dell’alimentazione, durante un incontro a Milano.
Gli effetti collaterali dei contraccettivi orali
Una fetta consistente dell’universo femminile è costretta a fare i conti con questi inaspettati ‘effetti collaterali’. Si stima infatti che in Italia siano affette da celiachia da 90 a 140 mila donne in età fertile. Ancora più numerose le intolleranti al lattosio: fino a 5,6 milioni, sempre secondo le stime degli esperti. “Le intolleranze alimentari – spiega Graziottin – non vengono quasi mai prese in considerazione nella scelta del contraccettivo. E la donna continua serena ad assumerlo. Ma trascurare questo genere di disturbi può compromettere l’efficacia dell’anticoncezionale e quindi mettere a rischio di gravidanze indesiderate, fenomeni di spotting (perdite di sangue) e irregolarità del ciclo mestruale“.
Niente glutine e controllo dei medicinali
Condannate non solo a una dieta rigorosamente ‘gluten-free’ o a basso o nullo contenuto di lattosio, ma anche a una selezione oculata dei medicinali che assumono. “Anche la piccola quantità di glutine presente nei farmaci come eccipiente potrebbe comportare un inasprimento dei sintomi gastrointestinali che caratterizzano le intolleranze“, avverte Giampietro. “Inoltre il danneggiamento della mucosa intestinale e frequenti episodi di diarrea interferiscono con l’assorbimento dei farmaci assunti per via orale. La donna dovrebbe per questo motivo fare attenzione ai contraccettivi orali“.
L’efficacia della pillola
L’addio alla contraccezione, sottolinea Graziottin, “è la scelta (succede circa nel 10-15% dei casi) di molte ragazze con problemi di intolleranza al lattosio, alle quali l’assunzione del contraccettivo orale causa gonfiore alla pancia e colite“. Sulle gravidanze indesiderate legate a un alterato assorbimento del farmaco non esistono invece dati specifici, “ma in Gran Bretagna, secondo uno studio pubblicato su Lancet, l’efficacia della pillola anticoncezionale è risultata ridotta del 4,9% nell’uso reale, passando dal 99,9% garantito da un uso perfetto al 95%, con la conseguenza che il numero delle gravidanze indesiderate legate a questo aspetto è arrivato a livelli importanti. Il crollo dell’efficacia contraccettiva documentato dai ricercatori in Gb è legato a generici errori, intoppi e dimenticanze“.
Ma sono due gli aspetti che incidono sui risultati della contraccezione: irregolarità nell’assunzione e assorbimento alterato. “Anche i disturbi del comportamento alimentare non sono da sottovalutare: se una ragazza ha problemi di bulimia e vomita spesso sicuramente il più delle volte non ha assorbito il farmaco”, sottolinea Graziottin.
L’importanza del ginecologo
In Italia la situazione dovrebbe essere più rosea, precisa l’esperta. “In Gran Bretagna, dove le gravidanze indesiderate sono una piaga, la pillola anticoncezionale è un farmaco da supermarket e questo fa sì che le ragazze le assumano spesso senza counselling. L’errore o i problemi di assorbimento, dovuti alle interazioni con antibiotici, alle intolleranze, anche al banale jet lag per chi viaggia, sono dietro l’angolo“. Le donne con problemi di intolleranza alimentare o disturbi gastroenterici, conclude, “devono parlarne con il ginecologo. Un passaggio fondamentale verso la scelta di un metodo contraccettivo affidabile che usi vie di somministrazione alternative, quali la via vaginale e, soprattutto quella transdermica (cerotto contraccettivo)“.