Il bambino, neonato e lattante, esprime col pianto un problema, un disagio. Esistono diversi tipo di pianto, tanti quanti sono i motivi di disagio del bambino neonato e lattante, caratterizzati da diverse modulazioni di frequenza e di intensità di pianto e stress.
Il pianto da fame è caratterizzato da un’esplosione violenta e prepotente. In caso di pianto per fame è importante nutrire prontamente il bambino per evitare che si manifestino in lui angoscia, sensazione di abbandono e punizione e i dolori tipici dati dalla mancanza di cibo.
E’ facile evitare il pianto per fame essendo presenti e vigili e monitorando i tempi scelti dal bambino per alimentarsi. La madre deve essere sempre presente per sfamare il neonato o il lattante e deve farlo comunicandogli serenità, gioia e disponibilità se vuole vedere crescere sano il suo bambino, ma deve anche essere attenta a non trasmettergli ansia con un comportamento eccessivamente apprensivo. Il padre, in questa fase, deve sostenere la madre trasmettendo in lei serenità, amore e attenzioni.
Il ruttino
Se il lattante piange dopo la poppata è possibile che abbia ancora fame perché non ha succhiato a sufficienza o non ha eliminato l’aria ingerita durante la poppata. Il bambino deve essere aiutato ad eliminare l’aria ingerita finché non è capace di mangiare seduto, è l’operazione detta de “il ruttino”.
Il pianto può essere provocato da mal di pancia dovuto ad una cattiva digestione del latte ingerito o delle prime pappe di frutta, o dall’esposizione al freddo dell’addome che resta scoperto durante la fase della digestione provocando dolorose coliche.
La noia
Il neonato o il lattante può anche piangere a causa di eritemi o eruzioni cutanee provocate da varie differenti cause, per esempio il mancato cambio di un pannolino che può lasciarlo sporco e umido. Il bambino può anche piangere per noia quando viene privato delle attenzioni dei genitori per un periodo prolungato.