Alla periferia della minuscola città, c’era un vecchio giardino in rovina. Nel giardino c’era una vecchia casa, e nella vecchia casa abitava Pippi Calzelunghe. Aveva nove anni e se ne stava lì sola soletta. Non aveva nè mamma nè papà, e in fin dei conti questo non era poi così terribile se si pensa che così nessuno poteva dirle di andare a dormire o propinarle l’olio di fegato di merluzzo quando invece lei avrebbe desiderato delle caramelle.
C’era stato, veramente, un tempo in cui Pippi aveva un papà al quale voleva un monte di bene, e naturalmente anche una mamma; ma erano passati tanti anni che di lei non riusciva a ricordarsi. La mamma infatti era morta quando Pippi era una bimba piccina piccina, che stava nella culla e strillava in maniera così raccapricciante che nessuno resisteva a rimanerle vicino. Pippi era convinta che la sua mamma se ne stesse ora seduta in cielo e guardasse la sua bambina col cannocchiale attraverso un piccolo foro, così Pippi aveva preso l’abitudine di fare un cenno di saluto verso l’alto dicendo: “Non stare in pensiero per me! Io me la cavo sempre!” Ma suo padre, Pippi non se l’era scordato.
Era capitano di marina
Il papà di Pippi era capitano di marina e navigava per il vasto mare. Pippi era sempre stata con lui sulla sua nave, finchè un giorno, durante un temporale, lui era volato via ed era scomparso. Pippi però era sicurissima che una volta o l’altra il suo papà sarebbe ritornato: il pensiero che potesse essere annegato non la sfiorava nemmeno: Era invece convinta che le onde lo avessero spinto a terra, e precisamente in un’isola popolata di negri. Lì suo padre era diventato il loro re e per tutto il giorno camminava su e giù con una corona d’oro sulla testa.
Fonti: Astrid Lindgren, “Pippi Calzelunghe“