“Ho sempre sentito dire che il tuorlo d’uovo fa bene ai capelli” disse Pippi, e si asciugò gli occhi. “D’ora in poi cresceranno così rapidamente che li sentirete frusciare. Del resto in Brasile tutti, ma proprio tutti, vanno in giro con un uovo fra i capelli. Questo è un motivo per il quale lì i calvi non esistono.Solo una volta una poersona originale, invece di rompersi le uova in testa, le mangiò. Naturalmente diventò calvo e quando comparve in pubblico causò un tale scompiglio che dovette intervenire la polizia”.
Parlando, Pippi aveva tolto molto abilmente, con le dita, i gusci d’uovo dalla casseruola; staccò poi dalla parete, dove stava appesa, una spazzola da bagno, e con questa si mise a frullare le uova, facendone schizzare un po’ sulle pareti. Quel che si salvò venne versato in una padella che si trovava sul fuoco. Quando una frittella era ben cotta da una parte, Pippi la faceva saltare rivoltandola in aria, e poi la riacchiappava. Quando era pronta, la faceva volare attraverso la cucina, direttamente in un piatto sopra la tavola.
“Mangiate!” strillò Pippi tutta eccitata. “Mangiate, prima che si raffreddino!”
Meravigliose pietre
Tommy e Annika mangiarono, e trovarono le frittelle veramente squisite. Poi furono invitati a passare in salotto. Qui troneggiava un solo mobile, un enorme comò con un’infinità di cassettini. Pippi li aprì e mostrò a Tommy e Annika tutti i tesori che vi aveva riposto, straordinarie uova di uccello, strane conchiglie e meravigliose pietre, graziose scatoline, specchi d’argento, collane di perle e tante altre cose che Pippi e il suo papà avevano comperato durante i loro viaggi intorno al mondo. Pippi offrì a ognuno dei suoi compagni di gioco un regalino per ricordo. A Tommy un pugnale col manico di madreperla scintillante e ad Annika una scatolina col coperchio formato di frammenti di conchiglie. Nella scatola c’era un anello con una pietra verde.
Se ne tornarono a casa
“Sarebbe meglio che ve ne andaste a casa,adesso” disse Pippi, “così potrete ritornare domani. Perchè se non ve ne andate per tempo, potrebbero proibirvi di ritornare, e sarebbe un gran peccato”. Tommy e Annika approvarono. Così se ne tornarono a casa, passando accanto al cavallo che nel frattempo aveva terminato la sua avena, e uscirono dal cancello di Villa Villacolle. Quando li vide andarsene, il Signor nilsson sventolò allegro il cappello.
Fonti: Astrid Lindgren, “Pippi Calzelunghe”.