«Non ingoiarmi!» disse il pesciolino «sono così piccolo che non sono neppure un bocconcino, e poi mi piace molto vivere!»
«Che cosa fai qua giù, dove quelli della tua specie non arrivano?» chiese la balena. Così il pesciolino raccontò di quella lunga e straordinaria anguilla o qualunque cosa fosse, che si era calata dall’alto e aveva spaventato anche il più coraggioso abitatore del mare.
«Oh!» esclamò la balena aspirando tanta acqua che dovette gettare uno zampillo enorme quando risalì per tirare il fiato. «Oh!» ripetè «è quello allora che mi ha fatto il solletico sulla schiena mentre mi voltavo! Credevo fosse l’albero maestro di qualche nave e che avrei potuto usarlo per grattarmi la schiena; ma non era da queste parti. No, quella cosa si trova molto più lontano. Voglio andare a vedere, tanto non ho altro da fare!»
Così nuotarono, quella davanti e il pesciolino dietro, non troppo vicino perché dove la grande balena fendeva l’acqua si formava un’ondata molto violenta.
Incontrarono un pescecane e un vecchio pesce sega, anche loro avevano sentito di quella strana anguilla di mare, così lunga e sottile; non l’avevano vista ma lo desideravano.
Vengo anch’io
Poi giunse un pesce gatto.
«Vengo anch’io!» disse; voleva accodarsi agli altri.
«Se quel grande serpente di mare non è più grosso di una gomena lo spezzerò con un morso!» e aprì le fauci mostrando le sue sei file di denti. «Lascio il segno con un morso sull’ancora di un bastimento, quindi posso senz’altro mordere quella cosa.»
«Eccola!» disse la balena «la vedo, la vedo!» Credeva infatti di vedere meglio degli altri. «Guarda come si solleva, guarda come oscilla, si contorce e si piega!»
Lunga molte braccia
Non era quella, era un’immensa anguilla, lunga molte braccia, che si avvicinava.
«Quella l’ho già vista» disse il pesce sega «ma non ha mai fatto troppo baccano nel mare e non ha mai spaventato nessun grosso pesce.» Allora le dissero della nuova anguilla e le chiesero se voleva partecipare alla spedizione.
«Se quella anguilla è più lunga di me» disse l’anguilla di mare «allora succederà una disgrazia!»
«Davvero?» esclamarono gli altri. «Ma noi siamo sufficienti per impedirlo!» e si affrettarono a proseguire.
Qualcosa veniva loro incontro, un mostro straordinario, molto più grande di tutti loro messi insieme.
Sembrava un’isola natante che non riusciva a fermarsi.
Fiaba di Hans Christian Andersen