“Guardate che razza di capelli. Una vera aureola di brace! E le scarpe!” continuò Bengt. “Me ne presteresti una? Avrei voglia di andare a remare al largo, ma non possiedo una barca”.
Afferrò poi una treccia di Pippi, ma la lasciò subito andare strillando: “Ohi, ohi, mi sono scottato!”
Allora i cinque ragazzi si misero a fare il girotondo intorno a Pippi, e saltando gridavano: “Cappuccetto Rosso! Cappuccetto Rosso!”
Pippi se ne stava tranquilla nel mezzo, e sorrideva con la sua aria più affabile. Bengt, che aveva sperato che lei si arrabbiasse, che si mettesse a piangere, o almeno che si spaventasse, visto che prenderla in giso non serviva a nulla, le diede improvvisamente uno spintone.
“A quanto sembra” disse Pippi, “non sei molto galante con le signore”. E così dicendo lo sollevò sulle sue forti braccia, lo trasportò fino ad una betulla che cresceva lì accanto, e infine lo gettò come un sacco su un ramo. Poi prese il secondo ragazzo e lo gettò su un altro ramo, afferrò il terzo e lo piazzò a sedere su un pilastro a lato del cancello di una villa, e il quarto lo scaraventò al di là di una palizzata, così che quello si ritrovò tra l’erbetta fiorita di un giardino sconosciuto.
Rimasero a contemplare i ragazzi
L’ultimo degli assalitori, infine, Pippi lo depositò in una piccola carriola abbandonata lungo la strada.
Per un bel pezzo Pippi, Tommy, Annika e Ville rimasero a contemplare i ragazzi, che erano ammutoliti dallo stupore.