Non solo influenza. Le mamme italiane sono alle prese con la varicella. “Si stimano circa 180 mila casi nel Paese, per lo più in bimbi di 3-4 anni, e in generale concentrati fra i piccoli sotto gli 8 anni“. Lo dice all’Adnkronos Salute Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell’Università di Milano-Bicocca.
“Quest’anno – spiega – rispetto al normale andamento dei casi, che iniziano ad aumentare in dicembre, si è registrato un leggerissimo ritardo nell’esplosione del virus, dovuto al rientro a scuola il 10 gennaio, dunque qualche giorno dopo l’Epifania“. Attualmente, comunque, i casi sono in aumento progressivo.
L’epidemia di varicella
“Mentre il picco si registrerà a maggio – prevede l’esperto – Queste malattie infettive sono infatti influenzate dal fotoperiodo, dunque l’allungamento delle giornate ‘rinforza’ il microrganismo e la sua capacità di contagio“.
Meglio prenderla da piccoli
Nel caso della varicella, poi, “il virus di per sé si diffonde facilmente, complice anche la frequentazione della scuola materna ed elementare“. Se l’infezione può costare qualche fastidio e molto prurito sotto i 12 anni, “dopo – avverte – si possono avere complicanze a livello dell’apparato respiratorio e del sistema nervoso, dunque è meglio contrarre la varicella da piccoli“.
Come individuare la malattia
La malattia si manifesta con una vescicolina iniziale sul torso o sulla schiena, cui ne seguono altre che compaiono nel corso di circa 4 giorni. Nel frattempo le prime si essiccano, si forma una crosticina che poi cade.
“Dopo 5 giorni dalla comparsa della prima vescicola – dice Farnetani – il bimbo non è più contagioso e può tornare a scuola. Non serve mettere prodotti strani sulla pelle, e la vecchia usanza di evitare di lavare il paziente è decisamente sbagliata: lavaggi frequenti ridurranno anzi il prurito. E’ bene, infine, tenere al bimbo le unghie corte e fargli lavare spesso le mani“, conclude Farnetani.