I bambini allergici o asmatici hanno il diritto di vivere la scuola, in classe e all’aperto, il pranzo e la merenda, lo sport ed i momenti ricreativi con serenità e sicurezza. Parte da questo presupposto la ‘carta’ dei diritti dei piccoli che soffrono di queste malattie presentata, in occasione della sesta giornata nazionale del bambino allergico, al convegno, a Roma, organizzato al Policlinico Umberto I da Federasma Onlus (Federazione Italiana delle Associazioni di Sostegno dei Malati Asmatici e Allergici), Alama (Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche) e Siaip (Società Italiana Allergologia e Immunologia Pediatrica) in collaborazione con l’università capitolina ‘Sapienza’.
La carta dei diritti
Il documento raccoglie le raccomandazioni sulla gestione del bambino allergico a scuola. Oltre ad essere una linea guida per dirigenti scolastici, insegnanti e aziende sanitarie locali su come approntare le condizioni ambientali per prevenire le gravi reazioni allergiche e su come intervenire tempestivamente e in modo efficace nelle emergenze e nelle gravi crisi allergiche, è anche un primo approccio per il bambino affinché acquisisca comportamenti attraverso i quali gestire i disturbi allergici a scuola con l’insegnante e i compagni di classe.
I bambini allergici e asmatici
“Nel nostro Paese dal 1950 ad oggi, si è passati da un 10% della popolazione colpita da una forma allergica, ad un allarmante 30%, compresi bambini ed adolescenti in età scolare“, spiega Giovanni Cavagni, coordinatore del gruppo di lavoro Federasma-Siaip. Il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale, nell’80% dei casi provocata da allergie; il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10 % può presentare dermatite atopica, malattie che hanno nell’inquinamento indoor/outdoor e nel fumo di sigaretta due importanti fattori di rischio. A fronte di questi dati, secondo un’l’indagine condotta nelle scuole dal MIUR, meno del 43% di quelle italiane è in possesso del certificato igienico-sanitario che attesti condizioni idonee ad accogliere gli studenti senza esporli a rischi per la propria salute. Ed è totalmente assente una specifica normativa che regolamenti la gestione delle emergenze con personale preposto alla somministrazione di farmaci salvavita.