Il ferro scarseggia nella dieta dei ragazzi. Le riserve di questa sostanza, indispensabile per il corretto funzionamento dell’organismo, sono ridotte per quasi un adolescente su 5 in Europa, soprattutto nelle ragazze. In oltre il 4% si arriva a una vera e propria carenza, con un’anemia grave nel 2% del campione. E i dati italiani, in particolari quelli dei ragazzi che vivono nella Capitale, sono perfettamente in linea con la media del Vecchio continente. Lo indica lo studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Nutrition, a cui ha partecipato, per l’Italia l’Inran, istituto di ricerca per la nutrizione. La ricerca, condotta all’interno del progetto europeo Helena (VI programma quadro Ue), si basa su un campione di 940 ragazzi, 438 maschi e 502 femmine, tra 12 e 17 anni, provenienti da 10 città europee – tra cui Roma – ed evidenzia come la prevalenza di carenza di ferro tra gli adolescenti sia un fenomeno trasversale nei diversi Paesi europei.
Il livello di ferro
“Il metodo prescelto per valutare il livello del ferro è particolarmente affidabile – spiega Marika Ferrari, ricercatore Inran che ha condotto lo studio – è stato misurato, infatti, attraverso il dosaggio della ferritina nel siero, che riflette i depositi di ferro disponibili nel nostro organismo per fronteggiare eventuali periodi di scarso apporto attraverso la dieta. Quando queste riserve tendono a esaurirsi, vuol dire che l’organismo rischia una reale carenza di ferro, con conseguente alterazione delle sue funzioni e comparsa dell’anemia“.
La scarsità del ferro
“Dai dati dallo studio Helena – afferma Ferrari – è emerso che il 18% degli adolescenti presenta una riduzione delle riserve di ferro, con una prevalenza significativamente più elevata tra le ragazze (21%) rispetto ai ragazzi (13%). Per quanto riguarda l’Italia, in particolare la città di Roma, scarsi depositi di ferro sono stati osservati nel 21% delle ragazze e nel 17% dei ragazzi, mentre la carenza conclamata di ferro è risultata più elevata tra le ragazze, con il 4%, rispetto al 2% dei ragazzi e la comparsa di anemia conseguente alla carenza di ferro è risultata presente solo nel 2% delle ragazze e in nessun ragazzo“.
Il ferro nell’alimentazione
Serve “particolare attenzione, dunque – conclude Catherine Leclercq, coordinatore Inran del progetto Helena – per l’alimentazione delle adolescenti, gruppo a maggior rischio di carenza di ferro. L’apporto di questo minerale nella loro dieta quotidiana dovrebbe essere adeguato ai loro fabbisogni, dovuti alla crescita e alle perdite mestruali. Il ferro è presente in tanti alimenti: nei cereali, specie se integrali, nelle verdure a foglie, nella carne, nel pesce, nei legumi e nella frutta secca oleosa“.
Il ferro della carne e del pesce, spiega ancora l’esperta, è più facile da assorbire, “ma non per questo è indispensabile consumare questi alimenti. Piccoli accorgimenti permettono di migliorare l’assorbimento del minerale presente negli alimenti di origine vegetale“.
“Poiché la vitamina C – conclude – trasforma il ferro in una forma più disponibile, la spruzzata di limone sulle verdure e l’arancia consumata a spicchi o come spremuta sono un valido aiuto. L’importante è limitare al massimo le calorie vuote nella dieta e cioè gli alimenti che contengono grassi e/o zuccheri, ma non apportano micronutrienti: bibite alcoliche ed analcoliche, dolci, caramelle“.