Cibi colorati sotto accusa. Dolciumi, succhi di frutta, yogurt in technicolor, studiati in modo da colpire la parte del nostro cervello che dice ‘gnam’, hanno un loro lato oscuro: secondo un numero crescente di studi, causerebbero problemi comportamentali e deficit d’attenzione nei piccoli consumatori. Tanto che un comitato d’esperti della Food and Drug Administration, l’agenzia Usa dei farmaci e degli alimenti, ha cominciato una revisione delle ricerche sugli effetti dei coloranti artificiali, seguendo l’esempio europeo.
Con un clamoroso ritorno sui suoi passi, infatti, la scorsa settimana la Fda ha pubblicato un rapporto che evidenzia l’influenza dei coloranti sintetici su alcuni bambini.
I coloranti alimentari
L’agenzia dovrebbe prendere posizione, invoca un editoriale sul Washington Post: permettere l’uso di queste sostanze – si sottolinea – viola il mandato stesso della Fda, proteggere i consumatori da prodotti non sicuri. Ed è in conflitto con la sua missione di prendere provvedimenti nei confronti degli alimenti processati in modo da “apparire migliori o di maggior valore” rispetto a quello che sono realmente.
Gli scaffali dei supermercati sempre più colorati e invitanti. In particolare negli store degli Stati Uniti, ma ormai anche in Italia, spiccano caramelle in technicolor, cornflake policromi, succhi di frutta con tutte le sfumature dell’arcobaleno. Sono ormai così diffusi da sembrare normali. A volte quasi naturali. E il processo non riguarda più solo dolciumi o snack, ma anche verdure sott’aceto, condimenti per l’insalata, arance.
Gli effetti dei coloranti
Le preoccupazioni per gli alimenti colorati industrialmente affondano molto indietro nel tempo. Nei primi anni ’90 la Fda e gli scienziati canadesi concludono che il rosso 40 e il giallo 5 e 6, i più usati per ‘accendere’ i cibi, sono contaminati con sostanze simili a cancerogeni umani. E nonostante diversi prodotti debbano il loro aspetto invitante a cinque coloranti usati insieme, neanche oggi è stato studiato e testato il potenziale effetto cancerogeno di queste combinazioni, sottolineano gli scienziati nell’editoriale sul Washington Post.
In cinquant’anni, negli States la produzione procapite di coloranti alimentari si è quintuplicata. I bambini ne consumano sempre di più. Mentre gli allergologi evidenziavano nutriti timori nei confronti del giallo 5, parallelamente psichiatri e insegnanti hanno notato un aumento di problemi di comportamento e deficit d’attenzione. Nel 2004 uno studio rivela che i bimbi iperattivi che consumano coloranti, lo sono molto di più degli altri.
Bandi e avvertimenti
La Gran Bretagna ha sollecitato i produttori a non usare 6 sostanze ‘sotto accusa’, il Parlamento europeo ha imposto in questi prodotti la presenza di un’etichetta sugli “effetti avversi” che i coloranti artificiali possono avere “sul comportamento e l’attenzione dei bambini“. Mettere al bando queste sostanze, fatte apposta per manipolare la percezione dei consumatori – sottolineano gli esperti – non significa rendere grigia la tavola: si possono usare, e si comincia a farlo, diversi coloranti naturali, estratti dalle piante, altrettanti vividi di quelli artificiali, ma senza gli effetti nocivi.