E così Artù giace alla fine con la testa sul mio grembo, vedendo in me non la sorella, o l’amante o la nemica, ma solo la donna saggia, la sacerdotessa, Signora del Lago; e così riposa in seno alla Grande Madre dalla quale è nato e alla quale alla fine, come tutti gli esseri umani, dovrà ricongiungersi. E forse, dato che ho guidato la barca che lo ha portato via, non stavolta all’Isola dei preti, ma alla vera Isola Sacra nel mondo oscuro che si trova oltre il nostro, quell’Isola di Avalon dove, ora, pochi tranne me possono recarsi, si è pentito dell’inimicizia che ha fatto nascere tra di noi.
Nel raccontare questa storia parlerò a volte di cose che accaddero quando ero troppo giovane per poterle capire, o di cose che accaddero quando non ero presente; e chi ascolta forse si bloccherà e non vorrà ascoltare dicendo: “Questa è solo l’opera della sua magia”. Ma io ho sempre avuto il dono della Vista, e posso vedere nelle menti degli uomini e delle donne; e in tutto questo tempo sono sempre stata vicina a loro. E così a volte, sapevo tutto ciò che pensavano in un modo o in un altro.
Fonte: Marion Zimmer Bradley, The Mists of Avalon. Traduzione di Flavia Wolfrider
Morgana parla… -3-
di 20 Aprile 2011Commenta