“Bene,” disse la maesta, “anche noi ti chiameremo semplicemente Pippi. Cominciamo intanto ad esaminarti un po’ per vedere cosa sai, sei ormai una bimba grande, e certo hai già una quantità di nozioni. Iniziamo magari con l’aritmetica. Dunque, Pippi, sai dirmi quanto fa 7 più 5?”
Pippi la guardò un po’ stupita e un po’ corrucciata. Poi disse:
“Be’, senti, se non lo sai da te, non aspettarti che te lo venga a raccontare io!”
Gli altri bambini guardarono Pippi scandalizzati, e la maestra le spiegò con pazienza che quello non era il modo di rispondere, a scuola. Non si doveva dare del “tu” alla maestra, ma bisognava chiamarla “signorina”.
“Oh, come mi dispiace!” disse Pippi, tutta contrita. “Non lo sapevo, e non farò mai più una cosa simile”.
“Lo spero” disse la maestra, “e voglio anche dirti che 7 più 5 fa 12”.
“Vedi dunque che lo sapevi!” esclamò Pippi. “Ma allora perché me lo hai chiesto? Oh, che stupida, ti ho dato di nuovo del “tu”! Scusa, eh!” disse, e si diede una vigorosa tirata di orecchie.
La maestra fece finta di nulla e proseguì: “Allora Pippi, quanto pensi che faccia 8 più 4?”Così, a occhio e croce, 67” rispose Pippi dopo matura riflessione.
“Ma no!” disse la maestra. “8 più 4 fa 12”.
“Ah, vecchia mia, ora stiamo proprio passando il segno!” si indignò Pippi. “Tu stessa hai detto poco fa che è 7 più 5 che fa 12. Pesino a scuola ci vuole un po’ d’ordine! D’altra parte, se ti perdi in simili sciocchezze proprio come una bambina, perché non ti metti buona buona in un angolo, a contare per conto tuo, e ci lasci in pace, così noi intanto possiamo giocare a nasconderci? Dio mio, ti ho dato di nuovo del “tu”!” gridò spaventata. “Ti prego, perdonami, se ti riesce, ancora per questa volta, e ti prometto di ricordarmente davvero, d’ora in poi!”
Fonte: Astrid Lindgren, “Pippi Calzelunghe”