La maestra disse che non doveva sforzarsi proprio; ma non pensò di insistere ancora sull’aritmetica. Preferì mettersi ad interrogare gli altri bambini. “Tommy, guarda se ti riesce di risolvere questo problema” cominciò, “Se Lisa ha 7 mele e Axel ha 9 mele, quante ne hanno tutti e due?”
“Sì, sì, rispondi, Tommy!” intervenne Pippi. “E poi rispondi a questo mio problema: “Se Lisa ha mal di pancia e Axel ha ancora più mal di pancia, qual’è la causa, e dove avevano rubato le mele?”
La maestra fece finta di non aver sentito, e si rivolse ad Annika: “Ora, Annika, porrò a te un altro problema: “Gustavo ha preso parte, con i suoi compagni, ad una gita scolastica: All’andata aveva una corona, e al ritorno 7 centesimi. Quanto aveva speso?” “Già, disse Pippi, e poi sono io che voglio sapere perché aveva le mani così bucate, e se i soldi li aveva spesi per una gazzosa, e se si era lavato le orecchie per bene, prima di uscire”.
La maestra stabilì di lasciar perdere l’aritmetica. Forse Pippi avrebbe preferito imparare a leggere, pensò. Così mostrò una figura che rappresentava un istrice, dinnanzi al cui naso era tracciata la lettera “i”.
“Ecco qualcosa di divertente, Pippi” disse in fretta. “Qui vedi un iiiiiiistrice; e questa lettera al principio dell’iiiiiistrice si chiama “i”.
“Incredibile!” esclamò Pippi. “A me sembra un’asta con una cacchina di mosca sopra, e sarei curiosa di sapere cosa c’entri un istrice con una cacchina di mosca”.
La maestra tirò fuori l’illustrazione successiva, che raffigurava un serpente e spiegò a Pippi che la lettera iniziale si chiamava “s”.
“A proposito di serpenti, sbottò Pippi, “mai riuscirò a dimenticare quella volta che lottai con un serpente gigante in India. E’ impossibile immaginare quanto era spaventoso, lungo 14 metri e inferocito come un’ape, e ogni giorno mangiava cinque portate a base di Indiani e due bambini piccoli come dolce, e una volta si mise in testa di avere me come dolce, e allora incominciò a strisciarmi intorno sibilando, crasc crasc, ma “siamo o non siamo lupi di mare?” mi dissi, e gli detti un colpo in testa, bum, e allora quello sibilò ancora più forte, uiuiuiuiuich, e io lo colpii ancora una volta, bum, e, pfff, allora morì, ah, ah, e questa sarebbe per voi la lettera “s”, davvero mirabolante!”
Fonte: Astrid Lindgren, “Pippi Calzelunghe”