La nonna le stava parlando come a un’adulta! La nonna stava conversando con lei!
“So che se non le hai puoi trovarle. Puoi sognare e cercarle.”
“Non è così semplice, Kulìa. Ad ogni modo ti risponderò come posso e decido. Hai nove giorni per nove domande. Ogni giorno me ne farai una e il giorno dopo io ti risponderò. La prima qual’è”
“Le sto ancora scegliendo e non so da dove cominciare. Potresti tornare a parlare con quella donna del sogno triste e farti spiegare com’è potuto succedere che tutto il mondo diventasse alla rovescia?”
La Madre tacque. Nessuno le aveva mai chiesto di sognare questo o quello. Quella ragazzina era sfacciata e sconsiderata, irrispettosa e presuntuosa. Oppure era ispirata e bisognava darle ascolto: La scelta non era affatto facile, lei stessa si era chiesta quale rischio comportasse saperne di più e se fosse piuttosto preferibile non approfondire. Un sogno procurato e sollecitato le costava enormi energie, che riuscisse o meno, e forse quelle energie andavano spese per proteggere la sua gente piuttosto che allarmarla.
Passò un tempo interminabile
Voltò le spalle alla piccola e si sedetette avanti al fuoco, senza invitarla a fare altrettanto. Passò un tempo interminabile. Kulìa spostava il peso da un piede all’altro cercando di non parlare, di non insistere, di non sbottare. La gatta si andò a strofinare sul fianco della visionaria, stizzò gli occhi, si stiracchiò e si acciambellò vicino al fuoco. La Madre prese una decisione.
“Domani”, disse.
E poi null’altro, rimanendo immobile. Era un congedo e Kulìa pensò che la cosa migliore fosse andarsene subito. Mormorò un saluto e la gatta si riscosse seguendola fuori, nel tramonto. E poi sparì tra gli alberi.
Fonte: Sara Morace, “I Racconti di Domani”