Le ombre notturne si andavano lentamente dissipando tra le mura intonacate delle case e le fronde degli alberi. Alcuni fiori aprivano le corolle mentre altri si chiudevano. Profumi rilasciati e poi subito trattenuti per ritirarsi dal calore che si preannunciava. Persone e animali diurni rispondevano al richiamo irresistibile del sole nascente, mentre la civetta si disponeva al sonno nascosta tra i rami e i topini erano già raggomitolati nella tana. Le lucertole di lì a poco avrebbero cercato una pietra rovente su cui riscaldare il proprio sangue. La magia di un nuovo giorno si rinnovava puntuale e nessuno la dava per scontata: era un regalo e ogni volta si era grati che il sole sorgesse, l’acqua del ruscello scorresse, i pesci abbondassero nel mare e le messi crescessero rigogliose. Di minuto in minuto l’attività aumentava e i suoni si andavano sommando gli uni agli altri. Il vento dell’alba accompagnava il risveglio, i comignoli fumavano, le pecore belavano per essere munte, gli orti aspettavano che si cogliessero le verdure mature, i frutti ondeggiavano in attesa di finire nel paniere e qualcuno cadeva a terra.
Le donne orchestravano il risveglio ad un ritmo appena più lento del solito, ma solo loro avrebbero potuto accorgersene e solo loro ne potevano conoscere il motivo. Ciascuna avrebbe trovato il modo durante il giorno per recuperare il riposo perduto senza che ciò turbasse il buon andamento di tutte le cose.
Già, il buon andamento di tutte le cose, pensò Irani mentre impastava le focacce, versava l’infuso, metteva fuori le stuoie, preparava i panieri e avviava altre faccende ancora. E il buon andamento del nostro futuro?
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Una Giornata Normale -1-
di 27 Aprile 2011Commenta