E questo di sicuro succedeva anche a quegli umani che vivevano diversamente da loro: la grandine e il solleone non fanno distinzioni: Sono gli umani che fanno le distinzioni, e pure sono diversi tra loro non per come nascono ma per come vivono. Ne aveva parlato con Fulan e con qualcuna delle sue amiche, con cautela, per sondare i loro pensieri. Li aveva trovati prudenti e forse anche un po’ restii, eppure lei si era sforzata di parlare delle sue riflessioni. Non voleva stare da sola a pensarci su.
Si riscosse e cominciò a cercare le persone che sua madre le aveva chiesto di avvertire.
Ci volle tutta la mattinata, perché dovette andarli a cercare e ottenere la loro attenzione distogliendola dalle varie attività in cui erano immersi insieme alle allieve e agli allievi. Alla fine li aveva avvertiti tutti e nessuno aveva fatto difficoltà, le opere principali essendo in via di conclusione. Le rimaneva un po’ di tempo prima del pranzo: si trovava nel laboratorio di ceramica dove stava preparando l’ultima infornata di vasi, piatti, anfore e statuine della Dea. Le venne un’idea e chiese di poter avere un poco dell’argilla ancora umida che veniva tenuta sotto teli umidi in un angolo. La ottenne senza difficoltà e uscì all’aperto, sedendosi sotto un albero che era servito per fare ombra ai cestai, ma che ora era deserto.
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Ciò che è Diverso e ciò che è Migliore -3-
di 31 Maggio 2011Commenta