Il verdetto arriverà il prossimo 20 settembre: è stata fissata in tale data l’udienza pubblica della Consulta per stabilire se la legge che vieta la fecondazione eterologa contenuta nella legge sulla procreazione assistita è incostituzionale o meno. Una legge che molto ha fatto discutere e che stacca l’Italia dal resto d’Europa. A sollevare il caso sono stati i tribunali di Firenze e Catania, ma anche Milano si sta aggiungendo in coda, con i casi di tre coppie sterili che attendo di poter avere un bambino utilizzando i geni di un donatore anonimo.
E ora il caso dovrebbe arrivare anche al tribunale di Bologna, mentre altre dieci coppie sono rimaste in attesa della pronuncia della Consulta prima di procedere in via giudiziaria.
La corte europea dei diritti dell’uomo
La questione, oltretutto, è arrivata anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che si dovrà pronunciare in base alla conformità della Convenzione europea dei diritti dell’uomo anche sul caso austriaco – unico in Europa insieme all’Italia a porre tale divieto. I pazienti che non possono procreare sono dunque sul piede di guerra, aiutati da associazioni in tutta Europa che si occupano dei diritti delle coppie di poter avere un figlio. E anche se la corte europea dovesse pronunciarsi a sfavore della fecondazione eterologa – fanno sapere – non rinunceranno a fare battaglia in Italia.
Per ora non resta che aspettare… e sperare.