Finalmente faceva fresco. Le persone del villaggio erano tutte fuori casa, uno spicchio di luna nascente stava lì a ricordare l’imminenza della festa d’estate, ma i preparativi si svolgevano ancora pigramente. Quella sera era piena del languore che segue una giornata particolarmente calda, e nessuno aveva voglia di entrare in casa a cucinare. Le donne avevano riposato un poco durante il giorno, i bambini si erano sfiniti di corse e di giochi nonostante la calura, gli anziani si godevano ogni alito di vento senza muoversi dai loro sedili decisi a non perdersi neppure una particella di aria fresca. Anche la Madre era seduta fuori della capanna. Irani si guardò intorno e decise che era il momento di una piccola festa improvvisata. Bastò che portasse fuori di casa tenedolo in alto un piatto di olive e del formaggio, oltre alle focacce e ai frutti di mare mandati dalla Madre, che tutte le donne fecero altrettanto con ogni cibo immaginabile: le ultime conserve dell’anno precedente, la frutta colta almattino, verdure fresche già pronte, dolcetti al miele, bevande.
Ragazzine e ragazzini portarono tavoli e stoviglie, gli anziani avvicinarono i loro sedili, un bacile d’acqua per lavarsi mani e viso fu trascinato all’aperto, un unico grande fuoco venne acceso. Bambini, cani e adulti si mischiarono rumorosamente nei preparativi, i gatti si riscossero dalle loro meditazioni serali e stettero ad osservare dai gradini di casa. Irani invitò la Madre ad avvicinarsi e quella lo fece, seguita dalla gatta bianca e nera, che fu notata da molti. Era nuova del villaggio.
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Il Bello del Villaggio-1-
di 3 Maggio 2011Commenta