Cibi crudi vennero cotti, l’eterogenea raccolta dei più piccoli fu debitamente lodata e poi unificata: frutti di mare, granchi, pescetti presi con la lenza, lumache e gamberi d’acqua dolce. Fritti erano deliziosi. Il pane venne scaldato, il miele spalmato e senza un ordine particolare tutti mangiarono e scherzarono, al suono di strumenti musicali. I cani si agitarono e i gatti aspettarono: ebbero tutti pezzetti di cibo durante e dopo il pasto degli umani. La luna crescente tramonta presto. Rimasero le stelle a splendere nel cielo che si scuriva.
Non era serata per discorsi troppo impegnativi, ci si godeva lo stare insieme. I piccoli, sempre sensibili alle situazioni, ne approfitarono per far tardi. I vecchi per godersi l’atmosfera, le donne per rilassarsi: tutti andarono a dormire a notte fonda.
Mentre le stelle giravano la gente del villaggio assaporava il gusto di stare insieme, di condividere cibo e risate, e senza farci caso ribadiva, ciascuno a suo modo, che quella era la vita che si erano scelti, e che quella vita andava bene. Gli anziani approvarono, ricordando che era sempre stato così, le donne adulte pensavano dentro di sé che il bello della loro vita non poteva cambiare senza che loro lo volessero, i ragazzinoi se la godevano quasi tutti senza pensarci più di tanto.
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Il Bello del Villaggio -2-
di 3 Maggio 2011Commenta