Era fiero di essere stato il primo a vedere le vele, nonostante il riverbero del sole sull’acqua, e a dare l’annuncio che si propagò nel villaggio in un lampo, provocando uno scoppio di allegria e loquacità incontenibile. La notizia arrivò fino alla capanna della Madre e riscosse le due donne che si stavano silenziosamente riprendendo dalla conversazione con Marija, misurandosi con le semplici e pesanti parole di quella.
“Stanno arrivando, stasera il villaggio sarà al completo” disse Irani tirandosi a sedere e riavviandosi i capelli. “Sì, sento che ci sono tutti. E portano notizie.”
La madre era già in piedi e porgeva alla figlia un vassoio di focaccine al miele. Erano digiune da molte ore e la cena sarebbe stata consumata in ritardo. Irani mangiò in fretta, sistemandosi la veste, grata del sapore dolce che alleviava le preoccupazioni del momento.
“Dovremo parlare a tutti?”
“Non stasera. Aspettiamo un poco.”
Non avevano bisogno di fare riferimento all’argomento di cui avrebbero dovuto parlare alla loro gente: ce l’avevano sin troppo presente.
“Dunque, figlia mia, accetti di essere la prossima Madre se la gente lo chiederà?”
Irani guardò in faccia la madre, la Madre, e le rispose: “Sì, col tuo aiuto il più a lungo possibile, e con quello di tutte le donne, sempre.” Gli occhi le brillavano ma sentiva un tremito dentro di sé.
“Bene, le tue condizioni sono chiare e sei sempre stata coraggiosa. Va’, ora. Ti ho trattenuto anche troppo a lungo.” “E’ stato un privilegio, Madre, questa giornata con te. Grazie.”
E si avviò verso casa, dove trovò tutto in ordine. Mezzo villaggio era corso alla spiaggia, pur sapendo che ci sarebbe voluto del tempo prima che le barche giungessero a riva. Si pettinò con cura, si vestì con eleganza, controllò come sempre il focolare e uscì anche lei.
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Notizie Portate dal Mare -3-
di 9 Maggio 2011Commenta