Le giovani e i giovani salivano insieme, a gruppi, lanciandosi occhiate e scambiandosi perloppiù sciocchezze imbarazzate, ridacchiando. Dopo la cena avrebbero ridacchiato di meno e forse qualcuna si sarebbe appartata con qualcuno, forse ci si sarebbe discretamente scambiato qualche regalo, ma era ancora tutto da vedersi, e l’attesa era elettrizzante.
Le anziane e gli anziani aspettavano al villaggio insieme alla Madre, e i capi-barca si recarono subito a salutarli e a dar loro brevemente conto della spedizione di pesca, di cui poi si sarebbe parlato, per giorni e giorni.
La luce del sole stava calando e tutti i pescatori si recarono al ruscello per lavarsi, finalmente con l’acqua dolce, e profumarsi. La fatica scivolò via insieme al sudore e alla salsedine e finalmente si sedettero per la cena. Ancora una volta si mangiò tutti insieme. Ancora tutti insieme.
Gli adulti si erano sussurrati che c’erano novità. La Madre lo aveva previsto. Ma la cena non era il momento opportuno per parlarne. La notte, forse, o il giorno successivo. Ora era il momento dell’allegria, degli scherzi e delle prese in giro. I giovanissimi sapevano bene che i guai combinati da loro sarebbero stati raccontati con dovizia di particolari, tenuti da parte proprio per la cena, e per questo all’arrivo avevano urlato a squarciagola quanto erano stati bravi. Allora o mai più.
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Notizie Portate dal Mare -5-
di 9 Maggio 2011Commenta