Dopo l’esibizione di Pippi al circo, non c’era alcuno, nella cittadina, che ignorasse la sua tremenda forza. Su di lei si scriveva persino sui giornali; ma chi abitava lontano naturalmente non sapeva chi fosse Pippi.
In una buia serata autunnale due vagabondi si trovarono a passare davanti a illa Villacolle; si trattava di due famosi ladri che si erano messi a vagabondare per il paese, in cerca di qualcuno da derubare. Videro le finestre di Villa Villacolle illuminate e decisero di entrare a chiedere un panino imbottito.
Quella sera Pippi aveva rovesciato tutte le sue monete d’oro sul pavimento e se ne stava seduta a contarle; non che sapesse contare in maniera perfetta, ma ogni tanto ci si provava ugualmente. Così, per amore dell’ordine. “… settantacinque, settantasei, settantasette, settantotto, settantanove, settantadieci, settantaundici, settantadodici, settantatredici, settantadiciassette… uffa, mi vien proprio tanta sete! Per mille diavoli, ci devono pur essere ancora degli altri numeri, solo che adesso non mi vengono in mente! Centoquattro, mille…” Proprio allora venne bussato alla porta.
“Avanti o indietro, come preferite!” gridò Pippi. “Io non faccio pressioni su nessuno!”
La porta si aprì e i due vagabondi entrarono. Figuratevi se non rimasero di stucco al vedere una ragazzina dai capelli rossi seduta sul pavimento, sola soletta, a contare monete.
“Sei sola in casa?” si informarono con grande scaltrezza. “Macché” rispose Pippi: “c’é anche il Signor Nilsson”.
Fonte: Astrid Lindgren, Pippi Calzelunghe
Pippi e i ladri -1-
di 20 Maggio 2011Commenta