“Ahiahiahi! Smettila di farmi il solletico!” gridò Pippi. “Non puoi immaginare come soffro il solletico! Ahiahiahi! Finiscila, non ne posso più di ridere!” Ma il toro non smise, e alla fine Pippi fu costretta a saltargli in groppa per avere un po’ di pace. La pace però non durò a lungo, perché al toro non piaceva affatto di sentirsi Pippi sul dorso. Fece tutte le peggiori riverenze per togliersela di dosso, ma Pippi si limitava a serrare le gambe e rimaneva seduta. Il toro correva come un pazzo avanti e indietro per il campo e muggiva in maniera tale che sbuffava fumo dalle narici; Pippi intanto rideva e strillava e si sbracciava in direzione di Tommy e Annika che se ne stavano a prudente distanza tremando come foglie. Il toro continuava a girare su se stesso, cervando di scrollarsi Pippi di dosso.
“Che bello danzare col piccolo amico!” canterellava Pippi, sempre solidamente seduta.
Alla fine il toro si sentì talmente esausto, che si distese per terra augurandosi di non incontrare mai più un bambino in vita sua. D’altronde non aveva mai pensato che i bambini fossero proprio necessari, a questo mondo.
“Vedo che hai intenzione di fare la siesta” disse Pippi gentilmente. “E io non ti disturberò”. Scese dunque dalla sua cavalcatura e si diresse verso Tommy e Annika. Tommy aveva pianto un po’; era stato anche ferito a un braccio, ma Annika gli aveva fasciato la ferita col suo fazzoletto, così non gli faceva più male.
“Oh, Pippi!” gridò Annika tutta eccitata e ansiosa, quando alla fine la vide arrivare.
“Sss!” sussurrò Pippi. “Non svegliare il toro che dorme! Se lo svegliamo, ci ridiventa petulante”.
Fonte: Astrid Lindgren, Pippi Calzelunghe
Pippi organizza una gita -8-
di 2 Maggio 2011Commenta