Irani parlò a lungo, pazientemente, spiegando che se esistevano scelte diverse nel vivere esistevano idee diverse del vivere e non poteva trattarsi di scelte naturali, perché la natura era una dappertutto, e non due o tre, quindi erano scelte umane diverse. Dovevano conoscere e discutere meglio le proprie scelte e quelle ulteriori che potevano fare per migliorarsi e rafforzarsi, e non solo in vista di un possibile contatto con le nuove genti arrivate nelle terre del freddo ma per il proprio stesso bene. Non dovevano considerarle “naturali” ma molto impegnative e in un certo senso nuove.
Di nuovo l’assemblea ribollì. Se le nostre scelte sono già buone perché dovremmo migliorarle? Finiremmo con peggiorarle, vanno benissimo così come sono. Oppure: guai a chi dovesse minacciarci col metallo o con altro, la Dea non lo permetterà.
I giovani invitati per la prima volta tendevano ad ascoltare senza intervenire, ma verso la fine Kulìa tese la mano e le fu data la parola.
“La Madre ha detto che possiamo prepararci. Io dico che dobbiamo ragionarci con la dovuta calma. Tutto ciò che è buono può non essere sufficiente, e comunque può migliorare. Possiamo ave intrecciato un bel cesto ma inadatto a trasportare pietre pesanti. Rimane un bel cesto, utile ad altri scopi, per esempio a trasportare noci. Le nostre regole sono lievi e gentili, rigide solo raramente e solo in casi gravi, e le impariamo giorno per giorno sin da piccolissimi. Le manteniamo e le trasmettiamo senza sforzo perché sono buone regole, ma se le conoscessimo da adulti in una volta sola avremmo bisogno di lunghissime spiegazioni per comprenderle. E non è detto che le accetteremmo. Dobbiamo andare alla radice della bontà e della piacevolezza delle nostre regole, per poterle offrire ad altri.
Nel silenzio che seguì Irani e Aranua fecero fatica a mascherare la soddisfazione con un atteggiamento impassibile. I partecipanti erano stupiti della profondità e della pacatezza di quella giovane donna, che indossava una graziosa collana sul collo esile e flessuoso: Fino al mattino era stata la figlia maggiore di Irani, stasera era diventata Kulìa.FINE
Fonte: Sara Morace, I Racconti di Domani
Una Possibilità -6-
di 11 Maggio 2011Commenta