La scelta più terribile e dolorosa per una donna che ha portato in grembo nove mesi il proprio figlio: partorire e abbandonarlo. Non è una cosa d’altri tempi, bensì un dramma che è ancora attuale e più che mai moderno. Basti pensare che solo nel Lazio si registrano 60 casi ogni anno, per lo più nella Capitale. Il Policlinico Casilino, all’Unità operativa di Neonatologia, è il luogo dove più spesso accade, ed è un fenomeno che – secondo i dirigenti del reparto – sta aumentando con l’andare del tempo, anziché diminuire. La crisi, insomma, va a toccare le famiglie nel profondo, e chi si ritrova improvvisamente senza lavoro pensa soprattutto a come farà a far crescere e dare un futuro al proprio figlio. E così si arriva alla drastica decisione di lasciarlo in ospedale, dove il bimbo verrà curato, sfamato e dato in adozione, sicuramente a una famiglia più fortunata e che potrà garantire loro una vita più agiata. Un gesto d’amore estremo?
Chi abbandona i propri figli
A Roma si tratta per lo più di mamme straniere, che spesso vivono nell’incertezza o – a volte – in clandesitinità. Ma queste mamme non sono le sole: a Napoli, invece, sono proprio le mamme italiane che si vedono costrette all’ardua scelta di non riconoscere i propri figli. In gran parte di tratta di ragazze giovanissime, che non hanno mezzi di sostentamento propri per poter provvedere neanche a se stesse.
La legge sull’abbandono in Italia
In Italia la legge permette di partorire in segretezza e poi non riconoscere il bimbo. In questo modo i tribunali non possono fare ricerche sulla paternità del piccolo nato e ne dichiarano lo stato di abbandono e l’adottabilità. Una scelta civile, che evita quei casi che appaiono di sovente alla ribalta delle cronache con i piccoli abbandonati per strada, nei cassonetti, e lasciati a ore di agonia in sofferenza nelle prime (e spesso le ultime) ore della loro vita.
Le culle per la vita
Proprio per evitare altri casi di abbandono per strada o – anche peggio – di casi di infanticidio, è bene sapere che in Italia ci sono le cosiddette “culle per la vita”, una versione moderna dell’antica ruota degli esposti. Per il momento quelle registrate dal Movimento per la Vita sono 36. Per chi pensa a un gesto estremo come l’abbandono, una speranza in più e la certezza che il bimbo avrà le cure adatte durante il periodo del distacco precoce dalla propria mamma.