In un recente articolo abbiamo parlato di una neoplasia femminile particolarmente infida, il cancro alle ovaie uno tra i tumori più incidenti tra le donne. Tra i fattori scatenanti oltre a trovare un gene chiamato RAD15D che secondo alcuni studiosi aumenterebbe di 11 volte il rischio di sviluppare questo tumore, troviamo anche la stimolazione ovarica per fecondazione in vitro.
Ebbene si, le donne che si sottopongono alla fecondazione in vitro (FIV) pare che aumentino il rischio di sviluppare il cancro alle ovaie. Molte persone sono costrette a ricorrere a questa tecnica perché affette da patologie delle Tube di Falloppio per coronare così il sogno di diventare mamme. La ricerca è stata condotta dai ricercatori di Flora van Leeuwen del Netherlands Cancer Institute di Amsterdam, su circa 25.000 donne olandesi che tra il 1980 e il 1985 si erano sottoposte alla tecnica di fecondazione in vitro.
Da risultati ottenuti è emerso che, delle 25.000 donne prese in esame, 77 di esse hanno sviluppato neoplasie ovariche maligne, 61 erano state sottoposte a stimolazione ovarica e 31 invece, avevano sviluppato una forma di cancro a basso potenziale di malignità. Gli esperti affermano che, il rischio della fecondazione in vitro rimane elevato fino a oltre 15 anni dopo il primo ciclo di stimolazione. Comunque sia, il rischio di sviluppare tumori maligni è basso.