Sia l’amniocentesi che la villocentesi sono esami invasivi effettuati durante la gravidanza e che permettono di vedere se il feto è affetto o meno da malattie genetiche come la Sindrome di Down: quale scegliere? Anzitutto è bene dire che forse la villocentesi rispetto all’amniocentesi è un po’ più complicata (questo non significa però che sia più rischiosa) perchè prelevare i villi coriali (circa 10-15 mg di tessuto coriale) a differenza del liquido amniotico è più difficile; fatta questa piccola ma doverosa premessa cerchiamo di vedere le differenze e le similitudini tra le due procedure.
L’amniocentesi si esegue tra la 15° e la 19° settimana di gestazione mentre la villocentesi tra la 10° e la 12°; questo significa che mentre con l’amniocentesi che viene fatta in un’epoca più tardiva rispetto alla villocentesi nel caso di anomalie cromosomiche se la mamma vuole interrompere la gravidanza deve purtroppo vedersela con un parto abortivo. Nella stessa situazione con la villocentesi può invece ad esempio eseguire un raschiamento.
Con la villocentesi, sebbene l’attendibilità sia quasi certa possono però mostrarsi delle anomalie che in realtà non ci sono; si parla in questi casi di mosaicismo (quando i cromosomi in alcune cellule sono diversi) e, per avere una diagnosi certa occorre eseguire anche l’amniocentesi. Se la mamma ha già avuto una o più gravidanze a rischio viene consigliata la villocentesi e questo anche nel caso in cui i genitori fossero dei portatori di anomalie cromosomiche; prima di eseguire la villocentesi occorre evitare sforzi fisici e rapporti sessuali. Dopo avere invece eseguito l’amniocentesi è bene non avere rapporti sessuali.
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