Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Obstetrics & Gynecology pare che abbia individuato il momento giusto per partorire: lo studio afferma che il momento ottimale per partorire sia da ridefinire in base a ogni singolo caso, ovvero ogni donna avrebbe un tempo a se stante, diverso dalle altre. Lo studio parte della considerazione secondo cui nei parti tra le 37-38 settimane di gravidanza vi è un maggior numero di nati morti, rispetto alle morti neonatali. La dottoressa Alicia Mandujano e colleghi del MetroHealth Medical Center Case Western Reserve University di Cleveland hanno utilizzato i dati ricavati dal National Center for Health Statistics al fine di valutare quale potesse essere l’età gestazionale ottimale per partorire.
In particolare i medici hanno confrontato il rischio di morte fetale, con quello di morte neonatale dei bambini già nati: questo monitoraggio è stato protratto per ogni settimana di gestazione. Secondo quanto appurato dagli scienziati, il rischio di morte fetale diminuiva tra le 34 e le 40 settimane di gestazione, per poi aumentare a termine. I dati riportati nello studio quindi suggeriscono che il momento ottimale per il parto non è necessariamente lo stesso per tutte ma occorre che sia il medico ad individuare quale sia il momento opportuno, in base ai singoli casi, alle singole esigenze ed eventuali patologie che si possono riscontrare.
Che ogni donna sia un caso a se lo si sapeva già: ogni gravidanza non può essere uguale all’altra, ed ogni singola gestante ha una storia a se. L’inzio del periodo pre parto del resto coincide con la rottura delle acque, ovvero la rottura delle membrane amniotiche, cui seguirà un aumento delle contrazioni: solitamente e soprattutto per il primo figlio, il travaglio non è mai breve ed in ogni caso, dalla rottura delle acque al parto il tempo minimo è di due ore.
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