Qualche giorno fa in una nota trasmissione televisiva, un altrettanto noto medico e giornalista ha consigliato ad una futura mamma di allontanare eventuali animali domestici durate il periodo precedente alla gravidanza e per tutti i nove mesi della gestazione. Il pericolo è quello di contrarre la toxoplasmosi da proprio animale e mettere a repentaglio la vita del bambino.
I veterani italiani sono in rivolta contro questa affermazione: quali sono i reali rischi derivanti dall’avere un animale domestico durante la gravidanza?
Secondo l’Anmvi, Associazione nazionale medici veterinari italiani, che ha dato voce a questa protesta, prendendo le dovute precauzioni non ci sono rischi né per la gestante né per il bambino e il consiglio dato da Luciano Onder potrebbe essere di incentivo all’abbandono degli animali.
I veterinari dell’Amvi spiegano che grazie alle conoscenze acquisite sulle modalità di trasmissione di questa malattia, con una gestione attenta dell’animale – soprattutto del gatto, principale imputato della trasmissione della toxoplasmosi – non si corrono rischi rilevanti. Il motivo principale è che la contaminazione avviene tramite contatto con le feci dell’animale ma non nell’immediato, per cui è sufficiente cambiare la lettiera tutti i giorni per non correre pericoli.
I gatti casalinghi, inoltre, dal momento che mangiano quasi esclusivamente alimenti confezionati non sono a rischio di toxoplasmosi.
Per avere la certezza di nono correre alcun rischio, poi, è sufficiente fare le analisi del sangue sia alla gestante che al gatto, se uno dei due ha già avuto la toxoplasmosi il rischio è praticamente azzerato.
Il vero pericolo di contagio, poi, arriva dalla carne, dalla frutta e dalla verdura.