La morte in culla, nota anche come SIDS (sindrome della morte improvvisa del lattante), è un fenomeno poco frequente, ma comunque è una delle principali cause di morte dei neonati in età compresa tra i 30 giorni e un anno, con una maggiore incidenza nei primi quattro mesi di vita del piccolo.
Una sindrome, questa, che finora era rimasta senza alcuna spiegazione certa, ma i ricercatori del Boston Childern’s Hospital hanno finalmente gettato una luce su questa patologia, dimostrando che le cause della morte in culla sono da rintracciare nel cervello del bambino che, in alcuni casi, sembra non essere in grado dio inviare al bambino i normali segnali di pericolo.
La ricerca, che ha preso in esame i casi di 71 bambini morti per presunta Sids tra il 1995 e il 2008, dimostra che le cause finora addotte per la sindrome della morte in culla sono meno rilevanti di quanto si pensasse, quindi, il fatto di mettere il piccolo a dormire a pancia in giù, ad esempio, è solo uno dei fattori che possono portare alla morte del piccolo.
Le cause della sindrome della morte in culla del lattante sono delle alterazioni nei livelli di alcuni neurotrasmettitori che i ricercatori hanno evidenziato in tutti i casi di SIDS analizzati: in pratica, sostanze come la serotonina e i recettori Gaba che hanno il compito di rilevare la temperatura del corpo, il livello di ossigeno e la pressione del sangue, non hanno funzionato a dovere, non segnalando così la bambino di svegliarsi.
I ricercatori raccomandano comunque di evitare di mettere i bambini molto piccoli a pancia in giù nel lettino o di farli dormire con i genitori.