Qual è l’età giusta per togliere il ciuccio al bimbo? Non rovinerà i denti tenerlo troppo a lungo? Non è ormai grande per voler ancora il ciuccio? Sono queste le domande che le mamme si fanno quando è ora di “far diventare grandi” i piccini e si pensa sia meglio eliminare il vizio del ciuccio.
In realtà, care mamme, il ciuccio non è solo un vizio ma, come dicono gli esperti, “rappresenta un valido aiuto psicologico perché, richiamando la forma del capezzolo materno, permette al piccolo, quando la mamma è assente, di calmarsi”.
Forzare il piccolo ad eliminare il ciuccio, può essere controproducente. Il ciuccio soddisfa uno dei fabbisogni primari, quello della nutrizione, aiuta a scaricare la tensione, a placare le paure.
Il ciuccio è anche fonte di piacere: nella fase orale dei bimbi (dalla nascita fino ai due anni di età), succhiare diventa un mezzo per esplorare il mondo circostante. Non è un caso infatti che nei primi anni di vita, il bimbo cerchi di portare alla bocca ogni oggetto a lui sconosciuto.
Un buon metodo per aiutarli a distaccarsi dal ciuccio, può essere quello di concederlo solo durante il momento della nanna a fine giornata. Pian piano i bambini si abitueranno ad un uso limitato del ciuccio e riusciranno ad esserne indipendenti.
Potreste provare a dare il succhiotto al peluche preferito, al gattino che ne ha bisogno, alla fatina dei ciucci o, per i più sognatori, legare il ciuccio ad un palloncino per dirgli “addio” o custodirlo accuratamente in una scatola dei ricordi.
Ricordate che, solitamente, dopo i due-tre anni di vita, saranno i bimbi stessi, ormai più sicuri e fiduciosi, che abbandoneranno il ciuccio senza troppi sforzi.