Come far divertire i bambini timidi in vacanza? Soprattutto i primi giorni i più schivi rischiano di non vivere benissimo il distacco da quella che è la loro quotidianità: motivo per il quale bisogna intervenire e bisogna farlo nel modo giusto.
Come ha spiegato la psicologa dello sviluppo presso l’ospedale Bambin Gesù di Roma Silvia Amendola a Repubblica, la prima spinta deve venire dal genitore, senza rischiare di divenire invadente, ma presentando le diverse possibilità di divertimento in vacanza e facendo in modo che il proprio figlio approfitti delle giuste occasioni. In tal senso miniclub se presenti e gli animatori possono rivelarsi davvero utili per far sì che il bambino sbocci letteralmente insieme ai sui coetanei, soprattutto se si parla di bimbi in età scolare.
Diverso approccio deve essere sfruttato se si ha a che fare con bambini di 2-3 anni. Spiega infatti la dott.ssa Amendola:
In questa fase il genitore può accompagnare il bambino in riva al mare ed iniziare a giocare con lui con la sabbia, facendo buche o castelli, magari vicino ad altri bambini, anche loro insieme ai propri genitori. Così il piccolo inizierà a svolgere queste nuove attività e ad imitare gli altri bambini. Fermo restando che a questa età il genitore assume ancora un ruolo centrale nel mediare i rapporti, spiegare al proprio figlio i comportamenti degli altri bambini ed eventualmente suggerire delle ipotesi di gioco, come quella dei castelli in spiaggia, e parteciparvi attivamente.
In ogni caso, il genitore deve accogliere e portare avanti il ruolo di facilitatore delle relazioni interpersonali del bambino, accordandosi magari con altri genitori per dare modo ai minori di potersi frequentare e giocare: un aiuto necessario soprattutto nel caso dei bambini più timidi.