Sempre di più, purtroppo, le cronache regalano storie di bambini, spesso anche affetti da handicap, picchiati dalle maestre: l’orrore è indicibile e viene normale chiedersi: non sarebbe il caso di approfondire lo stato della psiche delle maestre?
Si deve partire da un presupposto: avere a che fare con dei bambini può essere definito una missione. Un lavoro al quale dedicarsi con amore e pazienza e nel quale non ci si può permettere di agire in modo violento: si parla di esseri indifesi che necessitano di insegnamento ed educazione, non percosse e abusi mentali.
Il problema delle maestre violente non sembra seguire un filo legato all’età o all’estrazione sociale: è per questo motivo che diviene importante studiare caso per caso e mettere a punto delle strategie che consentano di verificare in anticipo se vi siano possibilità di reazioni esagerate in condizioni di forte stress. Magari ad alcuni potrebbe sembrare esagerato, ma una soluzione potrebbe essere un controllo più stretto e periodico delle condizioni psicologiche delle educatrici affinché in caso di anomalie si possa agire per il meglio prima di tutto per i bambini e poi per le maestre.
Sono troppi i casi di maltrattamenti, percosse ed anche alimentazione forzata che vengono denunciati. Il dibattito ora verte sulla possibilità di installare telecamere in asili nido e scuole materne come strumento di prevenzione delle violenze ai danni di bambini: una soluzione possibile ma non completa. Favorire una corretta gestione della psiche delle maestre potrebbe riuscire a dare più risultati rendendo i professionisti il più possibile a prova di stress.