Coronavirus e scuola: cosa c’è da sapere

di Valentina Cervelli Commenta

Una delle più grandi incognite relative a questo autunno 2020 riguarda i bambini, la scuola e come la pandemia di Coronavirus avrà un impatto su di loro. Essendo il covid-19 un virus recente e ancora “sconosciuto” per molti versi, rispondere a tutti i quesiti ad esso relativi non è affatto semplice.

Bambini contagiosi anche se asintomatici

Una delle prime cose da sottolineare è che, anche se la mortalità e i casi gravi tra i bambini siano in numero minore rispetto agli adulti, non si può assolutamente pensare che gli stessi siano immuni. Uno studio recentemente condotto negli Stati Uniti ha reclutato bambini che erano stati in contatto con un soggetto Covid-19 positivo o che vivevano in aree ad altissimo tasso di contagio e i risultati sono stati considerati sorprendenti: circa il 25% dei bambini presentava livelli altissimi di virus nelle vie alte respiratorie, anche più alti di coloro che erano ricoverati nelle terapie intensive. Bambini che magari risultavano asintomatici: cosa indica questo? Che i casi che vengono diagnosticati sono molti meno dei reali e che i bambini, loro malgrado, possono diffondere il virus senza stare male.

Questo dato, letto nell’ottica del rientro a scuola presuppone che vengano prese delle corrette misure di prevenzione affinché non solo il contagio da covid-19 non cresca tra gli studenti ma che gli stessi non diventino un problema per il personale docente e scolastico.

Come regolarsi con la scuola

Mascherine, DPI e distanziamento sociale ma anche test sierologici veloci che consentano di verificare se gli studenti siano venuti a contatto con il virus e se siano o meno contagiosi.E’ importante, secondo gli esperti, tenere monitorati i bambini almeno 2 o 3 mesi proprio perché loro sono la dimostrazione di come il virus possa circolare in modo asintomatico.

I test pungidito approvati per l’uso consentono di eseguire un esatto dosaggio anticorpale, senza che venga eseguito un tampone: si tratta di un approccio non invasivo che può essere usato anche dai genitori: si parla di una corrispondenza al 99% con il test sierologico ematico da prelievo. Anche per il sistema si tratterebbe di un espediente dalla minima spesa e dalla massima resa.

E’ importante comprendere che l’ambiente scolastico è per sua natura un ambiente promiscuo e che il coronavirus non è un nemico da prendere sottogamba: lavaggio delle mani, distanziamento e mascherina sono i tre fattori che possono portare alla sua sconfitta. E’ importante quindi lavorare su bambini e adulti affinché siano sempre protetti.

Solo in questo modo si potrà tornare a scuola in modo sereno.

 

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