Tornano al disonore delle cronache due casi recenti in cui dei “baby-stupratori” hanno abusato di due ragazzine. Coetanei che usano la violenza su altri coetanei, avvalendosi della forza del gruppo. Situazioni di disagio sociale, fragilità dell’individuo, indifferenza degli adulti… le valutazioni psicologiche si sprecano. Vittime o carnefici?
La risposta che dà lo psicologo Paolo Crepet – esperto di disagio giovanile – all’ADNkronos non lascia dubbi: questi ragazzini sono responsabili in tutto e per tutto delle loro azioni e dunque vanno puniti, a dispetto dell’età. Vanno “puniti molto severamente. Mi auguro che paghino in maniera assolutamente esemplare,” dice Crepet, perché le ragazzine che hanno subito quella violenza ne porteranno i segni per tutta la vita.
IL RUOLO DEI GENITORI
Ma Crepet punta il dito anche contro i genitori di quei ragazzi, colpevoli di non essere stati in grado di far valere la loro autorità sui propri figli e di aver loro permesso di fare quello che volevano. Genitori troppo permissivi, dunque, che non sono stati in grado di capire che dei ragazzi minorenni sono particolarmente soggetti – in età adolescenziale – a comportamenti a rischio, come quello di ubriacarsi, di fare del male ad altri o anche a se stessi. Mai allentare la guardia, dunque, e non temere ripercussioni o ricatti psicologici dai propri figli, poiché fatti del genere rischiano poi di rovinare la vita del ragazzo e di altri ragazzi.
ABBASSARE IL LIMITE DELLA MAGGIORE ETA’
Lo psicologo avanza poi la proposta di abbassare il limite della maggiore età, e di portarlo dunque a 16 anni, come già avviene in altri stati: “Una persona di quell’età che può fare le 5 del mattino senza che nessuno se ne preoccupi, non è più un ragazzino“. Inoltre, sebbene “vittime” di genitori troppo permissivi e lassi, dei ragazzi che sono arrivati a compiere delle violenze sessuali non hanno giustificazioni e dunque vanno “puniti severamente. Ma non ci credo, perché dopo 30 anni di lavoro in questo campo, vedo che la tendenza è alla giustificazione”.
Il dibattito è aperto…