La curiosità che accomuna un po’ tutte le donne in dolce attesa è quella di sapere il sesso del bambino. Molte persone ricorrono ai cosiddetti “metodi fai da te” come programmare un rapporto sessuale nel periodo prima o dopo l’ovulazione, consumare cibi ricchi di vitamine, il tutto per favorire il concepimento di un maschio o una femmina.
In altri Paesi invece, nel caso in cui si rimane incinta di un bambino o una bambina, si ricorre addirittura all’interruzione della gravidanza. Sto parlando dell’aborto selettivo, la pratica secondo la quale una donna, delusa dal sesso del nascituro, può decidere liberamente di abortire. Affinché ciò non accada, il Consiglio d’Europa a breve chiederà un provvedimento richiedente limitazioni all’identificazione e alla comunicazione del sesso del bambino ai genitori.
Tutto ciò, ovviamente, va a discapito di coloro che non hanno nessuna intenzione di “selezionare” il proprio bambino, ma se questa legge può in qualche modo arrestare il cosiddetto “Gendercide”, allora ben venga.