Le donne in dolce attesa sono quelle più esposte ai pericoli della contaminazione da sostanze tossiche, presenti purtroppo nella maggior parte degli oggetti della nostra quotidianità: proprio per tale ragione dovrebbero fare molta attenzione a ciò che toccano, onde evitare che tali sostanze chimichepossano rivelarsi tossiche per il feto. A renderlo noto sono i ricercatori del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (Rcog) in una pubblicazione scientifica su ‘Chemical exposure pubblicata i giorni scorsi. Gli esperti ritengono che il principio di precauzione, anche in assenza di evidenze certe sui rischi, sia fondamentale per le donne che aspettano un figlio e per quelle che allattano i bimbi al seno.
I medici della Rcog sostengono che le sostanze chimiche incriminate sono contenute in moltissimi prodotti e potrebbero provocare, nelle donne incinta e nei loro piccoli, importanti effetti avversi come nascite pre-termine, bimbi che pesano poco alla nascita, difetti congeniti, aborti, sviluppo anomalo del sistema immunitario e, infine, calo della fertilità sia nelle mamme che nei bambini più avanti con gli anni. Tra gli incriminati anche prodotti per la pulizia domestica, cosmetici, oggetti vari. Nello studio viene indicato che:
Mentre alcuni rimedi a base di erbe, medicine come il paracetamolo, prodotti per la pulizia di casa e pesticidi sono fonti ben documentate di sostanze chimiche pericolose, per altre non ci sono ancora tutte le evidenze scientifiche ma sono comunque da ritenere potenzialmente pericolose e sarebbe bene evitarle. Includono i materiali usati per manipolare e confezionare gli alimenti, i prodotti di bellezza come gli idratanti, i filtri solari e i gel per la doccia perché, precisano gli esperti, le normative in materia non richiedono ai produttori di elencare sulle etichette la presenza di sostanze potenzialmente pericolose, se usate in piccola quantità.
Sono tuttavia giunte molte critiche anche dal mondo scientifico, secondo cui diffondere tali dati porterebbe ad allarmismi ed aumento dell’ansia tra le donne in attesa, che potrebbero vedere messi in discussione anche gesti quotidiani, come l’uso di oli o creme idratanti.
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